La mediazione dei conflitti

Imparare ad ascoltare e farlo in modo attivo è importante; ed è proprio la competenza sulla mediazione dei conflitti una delle capacità fondamentali che dovrebbero avere gli insegnanti, come la riforma scolastica attuata dalla Finlandia ci insegna. Questi i contenuti dell’incontro di stamattina promosso da Iprase nell’ambito di EDUCA, nel quale Marianella Sclavi, sociologa, scrittrice, docente, ha dialogato con il direttore di Vita Trentina, Diego Andreatta su “libertà e regole nelle decisioni partecipate”.


Nel suo ragionamento Marianella Sclavi è partita dal concetto di “campi conversazionali”: “quando siamo educati in un certo ambiente impariamo determinati comportamenti e ed abbiamo reazioni emotive in conformità con esso”, spiega Marianella Sclavi che aggiunge: “c’è una comprensione del mondo che parte dall’intelligenza emotiva, ma questa reazione va accoppiata con la riflessività, ovvero deve dialogare con le emozioni”.

Ma, per Sclavi, “il campo conversazionale in cui siamo stati educati non prevede l’ascolto attivo, il quale presuppone al contrario un cambio di atteggiamento: da giudicante, alla ricerca del giusto-sbagliato, a esplorativo delle ragioni e dell’esperienza dell’altro”.

E sono queste competenze, sulla mediazione dei conflitti, ad essere fondamentali in ogni aspetto della vita, ancor più in ambito scolastico: “la riforma scolastica attuata in Finlandia prevede proprio competenze sulla mediazione dei conflitti – aggiunge la sociologa - un terzo degli insegnanti in Finlandia ha questa capacità”. Altra regola fondamentale è che: “per insegnare devo poter imparare e per imparare devo poter insegnare, cioè ci deve essere un rapporto fertile, di reciproco scambio, fra insegnante e studente”.

Marianella Sclavi, diventata sociologa proprio a Trento, ha portato alcuni casi concreti, per poi sottolineare che: “ogni ragionamento su libertà e regole deve partire dal presupposto che le nostre reazioni emotive immediate dipendono dall’ambiente educativo in cui siamo cresciuti”.

Fra i temi toccati nel dialogo anche quelli di: giustizia riparativa che aiuta a mettere a confronto le parti; elaborazione del trauma e diritto di ascolto. Per concludere bisogna cercare di passare da uno schema basato su “dibattito, antagonismo e buone maniere, con monologhi e dominio dei regolamenti ” a un modello che includa anche “dialogo riflessivo con ascolto attivo e dialogo generativo con intelligenza collettiva” che, per Marianella Sclavi, rappresentano le uniche risposte a un mondo complesso e globalizzato.

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