Muse, il cubo da record finisce all'asta benefica
Concluso il progetto l'opera di origami sarà venduta
A 155 giorni dalla posa del primo cubetto di carta, è stato terminato sabato, nell'ambito della festa di chiusura del progetto «Musemenger», organizzata nel parco del Palazzo delle Albere, il gigantesco origami raffigurante la cosiddetta «spugna di Menger», un oggetto teorizzato dal matematico tedesco da cui prende il nome ad inizio Novecento. Realizzata grazie all'impegno di tantissime persone, intervenute a titolo di volontario, la singolare opera, composta da ottomila cubetti di cartoncino dall'altezza di pochi centimetri, interamente costruiti a mano, raffigura in modo dettagliato il principio del frattale, ovvero una figura geometrica la cui forma si ripete all'infinito su scale differenti.
Il progetto, promosso dal Muse al fine di divulgare il concetto matematico e le sue implicazioni in ambito geometrico, è partito in concomitanza con l'apertura della mostra «Made in math», lo scorso inverno. Per concludere l'iniziativa divulgativa, che ha comportato un eguagliamento del record conseguito qualche anno fa da alcuni appassionati inglesi, ci sono volute oltre seicento ore di lavoro da parte dei quaranta volontari che, durante le visite guidate alla mostra oppure nelle maratone serali, hanno pazientemente composto il cubo mediante l'incastro dei foglietti di carta piegata. A dar loro una mano, scuole, associazioni e tanti trentini, che si sono cimentati nella realizzazione dei piccoli cubi mediante la tecnica orientale dell'origami.
«Il progetto - ha chiarito Massimiliano Tardio, ideatore e promotore dell'iniziativa - nasce con un triplice obiettivo: creare un'evento partecipativo a cui potesse aderire liberamente tutta la cittadinanza, spiegare un concetto matematico complesso e garantire ore di divertimento e di gioco adatte sia agli adulti che ai bambini».
La festa di sabato, durante la quale sono intervenuti anche i matematici Andreas Matiacic (del programma «Affari tuoi») e Roberto Gretter (organista), è stata organizzata con lo scopo di concludere l'opera, ormai di dimensioni monumentali, inserendo gli ultimi cubetti sul lato, e per deciderne il destino. I partecipanti, infatti, erano chiamati a votare, mediante un gettone da inserire in tre diverse bussole, se donare il cubo ad un ente impegnato nella divulgazione scientifica (quale una scuola o un dipartimento universitario), consegnarlo ad un'istituzione pubblica o sociale (ospedale o associazione) oppure provare a venderlo per ricavare delle risorse da investire in beneficenza.
Quest'ultima è stata la decisione presa dal 53% dei votanti. Nei prossimi giorni, dunque i volontari si impegneranno nella predisposizione di un'asta benefica per la vendita del cubo.