Oms: bisogna tassare le bibite zuccherate
La proposta dell'Organizzazione mondiale della sanità
Le bibite zuccherate sono una delle cause principali dell’epidemia di obesità, e un possibile «vaccino» è un aumento deciso del loro prezzo per scoraggiarne il consumo. Tassare le bibite zuccherate può ridurne l’uso riducendo anche il diabete di tipo 2 e le carie. L’indicazione, contenuta in un rapporto dell’Oms, è oggetto di critiche da una parte del mondo scientifico, rese un po’ meno credibili dopo che l’altro giorno uno studio sull’American Journal of Preventative Medicine ha rivelato che i big dell’industria hanno finanziato quasi 100 istituzioni e organizzazioni scientifiche impegnate sull’argomento.
«Dal punto di vista nutrizionale le persone non hanno bisogno di nessun zucchero aggiunto alla loro dieta - spiega Francesco Branca, direttore del dipartimento per la Nutrizione dell’Oms - e l’Organizzazione raccomanda che se si consumano zuccheri aggiunti devono rimanere sotto il 10% del fabbisogno energetico quotidiano, che andrebbe ridotto a meno del 5% per avere benefici addizionali per la salute. Questo equivale a meno di 250 millilitri al giorno delle bevande comuni».
Secondo l’analisi il prezzo delle bibite zuccherate dovrebbe aumentare del 20% per provocare una diminuzione proporzionale dei consumi. Il documento presenta altri suggerimenti di politica fiscale per migliorare la dieta, come sussidi che abbassino il prezzo di frutta e verdura del 30%, mentre destinare i guadagni derivanti dagli aumenti delle tasse ad iniziative di salute pubblica ne aumentano il supporto da parte del pubblico.
Sull’efficacia di questo tipo di misure non tutti gli esperti sono d’accordo, ma il motivo, suggerisce lo studio, potrebbe andare oltre il merito scientifico. L’indagine ha infatti scoperto che i due giganti del settore hanno elargito negli ultimi anni milioni di dollari a 96 gruppi e società scientifiche.