Una svolta storica. Un cambio, tutto sommato, epocale. Dal 1967, ovvero da 49 anni, il segretario generale di Intercultura era Roberto Ruffini. Tra qualche mese, a inizio 2017, lascerà la poltrona. E a subentrare sarà un trentino: Andrea Franzoi. Una rivoluzione. Ruffini, classe 1940, verrà sostituito da un classe 1979. La scelta, condivisa proprio con l'ormai ex segretario e con tutto il cda della storica associazione, è stata fatta da qualche mese, ma diventerà operativa con l'inizio del nuovo anno. Franzoi andrà a ricoprire un ruolo di grande importanza, soprattutto a livello strategico.
«Sono ovviamente felicissimo per questo risultato. Ormai da tanti anni faccio parte di Intercultura, ma dal 2009 sono passato dal ruolo di semplice volontario a professionista, e ho iniziato a lavorare nella sede toscana di Colle Val d'Elsa. Ora questa nuova appassionante sfida».
Ex Prati, laureato a Bologna in Scienze Politiche, in passato ha vissuto in prima persona l'esperienza dell'anno all'estero. «Nel 1995 la preside del Prati Lia de Finis organizzò un incontro a scuola con gli studenti per spiegare della possibilità di un anno di studio in giro per il mondo. Era l'ultima ora di un sabato e venne la signora Antonia Nones a presentare il programma. Io tornai a casa e dissi a mia mamma: "Voglio fare quest'esperienza". Così trascorsi l'anno scolastico '96/'97 in Germania, nel nord. E fu veramente un anno che mi cambiò la vita. Pare uno slogan, ma è la realtà: oltre alle competenze linguistiche ho acquisito indipendenza, autonomia, sicurezza. Al ritorno ho iniziato a fare il volontario nell'associazione, continuando anche a Bologna durante l'università».
Quello che è accaduto al neo segretario, in realtà, è accaduto a migliaia di giovani in tutto il mondo: dal 1955 (in Italia, mentre a livello mondiale Afs nasce nel 1915) la Onlus organizza esperienze educative di crescita per tanti ragazzi: sono 60.000 i programmi di scambio realizzati, con circa 2.000 studenti italiani che ogni anno vi partecipano. I Paesi associati sono ben 65. In Italia ci sono quattromila volontari, tre sedi nazionali (Colle Val d'Elsa, Roma e Milano), più 155 a livello provinciale (due in Trentino, a Trento e Rovereto), e il bilancio è di circa 15 milioni di euro. Il primo obiettivo di Franzoi sarà quello di mantenere i numeri.
«Le cose stanno andando talmente bene che sarei un folle a pensare di cambiare radicalmente una macchina che funziona. La sfida maggiore sarà continuare ad aprirsi alle diversità, oltre a globalizzare l'educazione: questo non vuol dire cercare un'omogeneità nei sistemi educativi, perché ognuno ha le proprie peculiarità e caratteristiche, ma fare in modo che la dimensione internazionale abbia sempre più peso. Poi la società sta cambiando sempre di più e sempre più velocemente, quindi noi dobbiamo essere i primi a stare al passo con i tempi».
Il 37enne trentino riconosce il ruolo che la propria terra ha avuto nella sua formazione e, di riflesso, nel suo successo professionale. «Un ambiente come il nostro offre parecchie opportunità. A volte sono un po' nascoste, bisogna cercarsele, ma ci sono. E poi c'è una crescente spinta all'aspetto internazionale. Professionalmente mi è servita tantissimo l'esperienza che ho avuto in Provincia, insieme all'ex assessore a ricerca e innovazione Gianluca Salvatori. Tra l'altro un lavoro che trovai in maniera assolutamente casuale, quando ero rientrato a Trento dopo due anni a Monaco di Baviera».
Il 37enne trentino riconosce il ruolo che la propria terra ha avuto nella sua formazione e, di riflesso, nel suo successo professionale. «Un ambiente come il nostro offre parecchie opportunità. A volte sono un po' nascoste, bisogna cercarsele, ma ci sono. E poi c'è una crescente spinta all'aspetto internazionale. Professionalmente mi è servita tantissimo l'esperienza che ho avuto in Provincia, insieme all'ex assessore a ricerca e innovazione Gianluca Salvatori. Tra l'altro un lavoro che trovai in maniera assolutamente casuale, quando ero rientrato a Trento dopo due anni a Monaco di Baviera».