«Biologico in Val di Non: una svolta apparente» Cappelletti (Medici per l'Ambiente) su Melinda
La svolta parziale di Melinda verso il Bio è una notizia solo «apparentemente buona». A dire che si tratta di apparenza è Roberto Cappelletti, presidente della sezione trentina dell’Isde (Medici per l’ambiente). Cita l’editoriale del direttore Pierangelo Giovanetti, che ha sollevato la questione: «Non vengono risparmiate critiche alla politica provinciale che è in ritardo sul biologico: l’Alto Adige può vantare già 1.700 ettari coltivati a biologico. Nell’editoriale si elencano i vantaggi del biologico soprattutto dal punto di vista economico; si ammette secondariamente che non è più sostenibile con la vita degli abitanti e che il biologico è un indice di maggior salubrità».
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«AZIONI SUL DNA»
Il consorzio ortofrutticolo, nei giorni in cui anche Presa Diretta (programma di Rai Tre) si occupa degli interferenti chimici che agiscono sul Dna, prevede di aumentare la produzione di mele biologiche dagli attuali 80 ettari a 300 ettari (da 2.500 tonnellate attuali di produzione a 14.000 tonnellate).
Ma il dottor Cappelletti seziona chirurgicamente il «piano Bio» e parla delle sue contraddizioni.
«Passare da un 0,8% di produzione biologica attuale al 4,6% in 5 anni, è senz’altro meglio di niente, ma non mi sembra un obiettivo particolarmente “ambizioso” (la produzione totale di Melinda è di 300.000 t di mele su 65.000 ettari)».
In attesa di contare i morti riteniamo che si dovrebbe applicare il principio di precauzione sul quale è fondata l’Unione Europea, prendendo in considerazione le decine di migliaia di studi che evidenziano i danni alla salute dei pesticidi
«PIANO NON COSÌ AMBIZIOSO»
«L’ambizioso piano Bio di Melinda sembra proprio essere uno specchietto per le allodole. La convinzione che “il marchio Trentino supera il biologico” sembra essere ancora dominante. Giocando sul buon nome del Trentino si continueranno ad offrire sul mercato il 95,3% delle mele con residui di pesticidi (secondo Legambiente con valori analoghi, se non superiori, alle altre regioni), contando su una pubblicità ingannevole».
EFFETTO BOOMERANG
Secondo Cappelletti, «quando la verità verrà a galla (e sempre più persone conoscono le vicende dei comitati per la salute della val di Non grazie ad internet), ci potrebbe essere un effetto boomerang per il Trentino con un discredito generale» che potrebbe danneggiare in futuro tutte le produzioni locali.
DISTANZE DALLE ABITAZIONI
La dottoressa Renata Alleva a Cles ha presentato uno studio che dimostrava danni alla salute per i residenti della val di Non
Per il presidente dei Medici per l’ambiente il nuovo regolamento sull’uso dei pesticidi in Trentino «impone distanze risibili» dalle abitazioni. Cita l’incontro fatto a Cles, alla presenza della nutrizionista Renata Alleva, presidente Isde di Ascoli Piceno, che ha presentato uno studio «che dimostrava danni alla salute per i residenti della val di Non». Sulla stampa - dice - l’ultima parola «è stata data ai politici che hanno potuto dire, senza contradditorio, che le misure prese erano sufficienti, e come sempre che il Trentino fa le cose meglio degli altri».
«POLITICHE CLIENTELARI»
Cappelletti parla di «una provincia che ha una delle politiche più clientelari d’Italia» e sprona la stampa locale a dedicarsi alla questione pesticidi con maggiore attenzione.
PERICOLO PER LA SALUTE
«I pesticidi sono sicuramente dannosi alla salute. Sono cancerogeni, alterano lo sviluppo neurologico, sono interferenti endocrini a dosaggi molto al di sotto dei limiti di legge (migliaia di volte) e sono senza dubbio responsabili di una larga parte delle patologie che sono sotto gli occhi di tutti (solo degli studi epidemiologici ben condotti potranno dimostrare questo fatto in Trentino, ma in attesa di “contare i morti” riteniamo che si dovrebbe applicare il principio di precauzione sul quale è fondata l’Unione Europea, prendendo in considerazione le decine di migliaia di studi che evidenziano i danni alla salute dei pesticidi)».