Rifugio Segantini sulla Presanella, tra internet e meteo
C'è la «magia» di certe albe, o dei tramonti, nel silenzio dell'alta montagna, ma c'è anche la sveglia alle 4.30 ogni mattina, l'affollamento in sala dei fine settimana, l'incertezza del meteo o la «solitudine» di certe giornate di pioggia. Questo e molto altro entra nella quotidianità del gestore di un rifugio, un lavoro che si può certamente scegliere per molteplici ragioni, fra le quali però la passione ha quasi sempre un posto determinante.
È certamente il caso di Egidio Bonapace, da cinque anni gestore del rifugio Segantini in Val d'Amola, ai piedi della Presanella, al quale abbiamo chiesto di raccontare la sua esperienza, dopo l'incontro dei gestori del rifugi trentini sul tema «L'alta quota in digitale» per capire quanto conti oggi il collegamento in rete per un rifugio, come si prepari e si viva la stagione, chi ci arrivi e perché. Guida alpina, maestro di sci e allenatore federale, prima del «Segantini», che gestisce con i familiari e collaboratori (tutti laureati), Bonapace ha gestito per 21 anni il rifugio Graffer, sul Brenta.
Partiamo dall'inverno?
«Con la poca neve di quest'anno è stato più facile salire al rifugio, mediamente ogni quindici giorni salgo a dare un'occhiata. In primavera bisogna dare una ripulita e una sistemata alla strada, poi bisogna ripristinare il tratto per arrivare fino alla teleferica, che è di circa un chilometro. Per fortuna il Comune di Giustino ci dà una mano. Bisogna anche ispezionare il sentiero di accesso e gli altri sentieri perché al gestore spetta la manutenzione ordinaria dei sentieri: quando salgo, o quando scendo l'autunno, sistemo sempre qualcosa. Servono alcune giornate per sistemare l'avvicinamento: sul versante della Presanella, sui sentieri si incanala sempre l'acqua».
L'approvvigionamento in vista dell'apertura?
«Serve una giornata intera per portare su le cose non deperibili: dalle 6 di mattina alle 6 la sera con la teleferica si tira su il necessario, il resto si fa in seguito. Normalmente si fa un viaggio o due la settimana, poi bisogna portare i rifiuti al centro raccolta materiali».
Quando aprirà il rifugio?
«Verso i primi di giugno vorrei iniziare a preparare, ho già prenotazioni per la seconda domenica di giugno perché ho organizzato un corso di fotografia di montagna e un corso di acquerello e disegno a matita».
Quanto è importante internet per un rifugio?
«È fondamentale, l'80 per cento prenota attraverso internet, al di là del sito ho anche la pagina Facebook del rifugio, gli stranieri direi solo via internet. Per i pernottamenti, di sabato la quarantina di posti letto si riempie, durante la settimana no: devi lavorare sperando che sia bel tempo».
Salgono al rifugio più escursionisti o alpinisti?
«L'anno scorso dal versante del Segantini sono salite in Presanella 198 persone. Non tutti hanno dormito al rifugio, perché molti fanno la salita in giornata. In autunno tardi, e in primavera, presto, ci sono alcune vie "gettonate" sul Monte Nero e per questo quest'anno vorrei rimanere al rifugio anche nel mese di ottobre».
L'escursione più frequentata?
«Come numeri il giro dei laghi di Cornisello, poi ci sono gli escursionisti che salgono, mangiano qualcosa al rifugio e scendono».
Più italiani o stranieri i clienti del rifugio?
«Per la maggior parte sono italiani ma ho fatto una promozione in Germania e stanno arrivando un po' più di tedeschi, però vanno di più dove ci sono collegamenti con altri rifugi. Ci vorrebbe un collegamento con i Cinque Laghi. Finora abbiamo visto ritornate gente che era venuta al rifugio il primo anno, l'incremento è con gente conosciuta o attraverso il passa parola. Negli ultimi due, tre anni ci aiuta l'Alpenverein Südtirol: l'anno scorso sono venute tre sezioni, quest'anno hanno già prenotato altre due. Vicino al rifugio c'è anche la palestra, poi ci sono tedeschi affezionati, amanti di botanica e fotografia. C'è una famiglia che viene tutti gli anni e resta tre giorni per l'esplosione di fiori di luglio».
Parlando con i clienti emergono anche suggerimenti, idee?
«Durante la settimana ci si siede volentieri a parlare, quando non c'è tanta gente, alcuni vanno anche ad arrampicare sulle placche di granito, sono gli appassionati di questa arrampicata particolare».
Com'è il fine settimana?
«Viene tanta gente del posto: il Segantini è un rifugio al quale la Val Rendena è affezionata. I turisti di solito arrivano verso le 11, bisognerebbe far passare il messaggio per cui la mattina presto, e la sera, sono i momenti in cui lo spettacolo sul Brenta, che si vede tutto intero da nord a sud, è eccezionale, libero da nebbie».
La sveglia?
«Alle 4 e mezzo. Per chi va in Presanella la presenza del gestore a colazione è fondamentale: si guarda fuori, si valuta il tempo, c'è chi ha dubbi.... La salita alla Presanella è sempre una salita importante. A tutti chiedo il numero di cellulare».