Il bellissimo e poetico «ciao» della prof trentina ai suoi alunni

di Matteo Lunelli

Terza media: un ciclo di studi che si conclude e le porte dell'età adulta che si aprono davanti ai ragazzi. Da alunni a studenti, da ragazzini a (quasi) uomini o donne: un momento di passaggio importante, con il cambio di scuola, e quindi di compagni e professori. Una professoressa trentina, Federica Garzetti, ha voluto salutare i «suoi» ragazzi in un modo speciale: una lettera, o forse più una poesia, con una lunga lista di vorrei, ovvero quello che la prof avrebbe voluto aver insegnato alla «mitica» 3D. E, a giudicare dall'umiltà, dalle emozioni, dai sentimenti che emergono dalla lettera, quegli insegnamenti sono certamente arrivati ai ragazzi.

Il saluto è stato pubblicato sul blog LivingWomen, dove sta incassando numerosi apprezzamenti. E, in fondo al post, anche una stupenda versione di Forever Young di Bob Dylan. 

 

LE COSE CHE VORREI AVERVI INSEGNATO

Vorrei avervi insegnato che la vita vale

Vorrei avervi insegnato che a riflettere non può essere soltanto lo specchio

Vorrei avervi insegnato che il senno conta più del seno

Vorrei avervi insegnato che essere ragionevoli è più importante che avere ragione.

Vorrei avervi insegnato che la dignità non muore con una brutta figura

Vorrei avervi insegnato che non si può sempre rimediare, ma sempre ci si può provare

Vorrei avervi insegnato a chiedere scusa

Vorrei avervi insegnato che la Verità rende liberi

Vorrei avervi insegnato a togliere le maschere

Vorrei avervi insegnato che il rispetto viene dal rispetto

Vorrei avervi insegnato a guardare avanti e a vedere oltre il vostro naso

Vorrei avervi insegnato che la fatica è la misura della bellezza

Vorrei avervi insegnato a dire sì e a dire no

Vorrei avervi insegnato che non è tutto bianco o nero: anche il grigio è interessante e se non altro è di moda…

Vorrei avervi insegnato che amare non significa essere d’accordo su tutto: l’amore non annulla, moltiplica

Vorrei avervi insegnato che non amare non può mai diventare ferire o distruggere

Vorrei avervi insegnato a risparmiarvi il peso di odiare

Vorrei avervi insegnato a stare insieme, ma non per paura

Vorrei avervi insegnato a chiedere aiuto, una carezza e che il dolore finisce

Vorrei avervi insegnato a difendere l’umanità che c’è in voi, anche nel peggiore dei giorni

Vorrei avervi insegnato che la giustizia non è mai vendetta

Vorrei avervi insegnato che le parole sono un’arma potente

Vorrei avervi insegnato l’opportunità del silenzio

Vorrei avervi insegnato che l’ironia salva la vita

Vorrei avervi insegnato il pericolo dell’ignoranza, l’energia del sapere

Vorrei avervi insegnato l’umiltà

Vorrei avervi insegnato a camminare a testa alta, ma senza calpestare nessuno

Vorrei avervi insegnato a cambiare le cose e poi a cambiarle ancora. E ancora.

Vorrei avervi insegnato a correre, ma a fermarvi in tempo

Vorrei avervi insegnato a non confondere felicità e facilità

Vorrei avervi insegnato a imparare, costasse anni e fallimenti

Vorrei avervi insegnato a lasciare un segno

Vorrei avervi insegnato a “leggere dentro”: le cose, le persone, le situazioni

Vorrei avervi insegnato a perdere tempo ma a non sprecarlo

Vorrei avervi insegnato la follia responsabile

Vorrei avervi insegnato a praticare gentilezza, gratitudine e la terapia degli abbracci

Vorrei avervi insegnato a ridere: spesso. Fortissimo. A lungo.

Ci ho provato,

la prof

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