Il 2018 è l’Anno nazionale del cibo italiano
Con 5047 specialità alimentari tradizionali censite sul territorio nazionale in Italia «abbiamo un patrimonio unico al mondo che grazie all’Anno del cibo potremo valorizzare ancora di più». Così il ministro delle Politiche agricole, alimentari Maurizio Martina descrive gli obiettivi del 2018 proclamato «Anno nazionale del cibo italiano», su iniziativa dello stesso Martina e del collega dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini. «Dopo Expo Milano, l’esperienza agroalimentare nazionale torna ad essere protagonista in maniera diffusa in tutti i territori. Credo perciò sia giusto dedicare l’Anno del cibo ad una figura come Gualtiero Marchesi, che ha incarnato davvero questi valori facendoli conoscere a livello internazionale».
«Non si tratta - precisa il ministro Martina - di sottolineare solo i successi economici di questo settore che nel 2017 tocca il record di export a 40 miliardi di euro, ma di ribadire il legame profondo tra cibo, paesaggio, identità, cultura. Lo faremo coinvolgendo i protagonisti a partire da agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi. Lo faremo dando avvio al nuovo progetto dei distretti del cibo».
«Si punterà - conclude il ministro - sulla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al cibo come la Dieta Mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi della Langhe Roero e Monferrato, Parma città creativa della gastronomia e all’Arte del pizzaiuolo napoletano iscritta di recente. Sarà l’occasione per il sostegno alla candidatura già avviata per il Prosecco e la nuova legata all’Amatriciana. Allo stesso tempo saranno attivate iniziative per far conoscere e promuovere, anche in termini turistici, i paesaggi rurali storici, per il coinvolgimento e la promozione delle filiere e ci sarà un focus specifico per la lotta agli sprechi alimentari. Lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà inoltre il cuore della strategia di promozione turistica che, attraverso l’Enit e la rete delle ambasciate italiane nel mondo, permetterà di evidenziare come il patrimonio enogastronomico faccia parte del patrimonio culturale e dell’identità italiana».