Lavoro, volontariato e nipoti: toccasana per anziani
Lavoro, volontariato, e in parte anche la cura dei nipoti fanno bene alla salute degli anziani. Infatti, gli over 65 attivi si sentono e sono oggettivamente più sani rispetto ai coetanei che lo sono meno, specie se hanno anche un buon livello di istruzione. È il risultato dello studio condotto dall’italiano Bruno Arpino, della Universitat Pompeu Fabra (UPF) a Barcellona, nell’ambito del progetto di ricerca europeo CREW. Il progetto è cofinanziato dall’Iniziativa Congiunta di Programmazione «More Years Better Lives», svolta in collaborazione con l’Università Cattolica di Roma (sotto la supervisione di Paolo Maria Rossini).
Pubblicato sul Journal of Aging and Health, lo studio di Arpino analizza la salute di persone anziane con livello di istruzione differente, utilizzando tre misure differenti (percezione soggettiva dello stato di salute complessivo, depressione, limitazioni fisiche).
«L’ipotesi fondamentale che abbiamo voluto testare - spiega l’esperto - è se differenze nei livelli di salute reale e percepita dagli anziani possano essere spiegati da quanto gli anziani stessi vivano attivamente, cioè dal livello individuale di partecipazione ad attività quali lavoro pagato, volontariato, attività sociali e cura dei nipoti. Abbiamo trovato che fino al 30% delle differenze in termini di salute degli anziani coinvolti possono essere spiegate dal diverso grado di “active ageing” e anche che anziani con più elevato grado di istruzione tendono a essere più attivi».
Il contributo più sostanziale alla salute dell’anziano viene dalla sua partecipazione al mercato del lavoro e alle attività di volontariato e sociali, mentre è marginale quello offerto dall’attività di cura dei nipoti. Il modo in cui è stato realizzato lo studio, conclude Arpino, (sulla base di dati longitudinali, ovvero su un campione di anziani osservato nel tempo) permette di ipotizzare che vi sia proprio un nesso di causa ed effetto tra invecchiamento attivo e salute nell’anziano.