Campagna shock dell'associazione Pro Vita
Sta facendo discutere, sui social e non solo, la nuova campagna dell’associazione Pro Vita contro l’utero in affitto, che cita prorpio un caso avvenuto a Trento, quando i giudici riconobbero una maternità surrogata.
«Due uomini non fanno una madre. #StopUteroinAffitto» è lo slogan sul manifesto. Nei manifesti, affissi a Roma, Milano e Torino e accompagnati da camion vela, appaiono due giovani che spingono un carrello con dentro un bambino disperato e con tanto di codice a barre, comprato dalla coppia, individuati come «genitore 1» e «genitore 2».
«La campagna - scrive l’associazione - è una risposta decisa a tutti quei giudici e sindaci (in particolare Virginia Raggi a Roma, Chiara Appendino a Torino, Beppe Sala a Milano e Luigi De Magistris a Napoli) che, violando la legge e il supremo interesse del bambino, hanno disposto la trascrizione o l’iscrizione di atti di nascita di bambini come “figli” di due madri o di due padri. A novembre toccherà alla Cassazione pronunciarsi proprio su una trascrizione avvenuta a Trento in favore di una coppia di uomini che aveva fatto ricorso all’utero in affitto in Canada».