Riapertura dei negozi, nello shopping dell'abbigliamento più attenzione al "made in Italy"
Necessità, sicurezza dei locali, attenzione ai prodotti italiani. Sono questi gli orientamenti degli italiani ora che l’emergenza sanitaria sta inevitabilmente trasformando le regole dello shopping. La chiusura di tutti i negozi di abbigliamento, accessori e calzature hanno imposto infatti ai consumatori nuovi comportamenti, un diverso approccio legato al lockdown per l'emergenza coronavirus. L'Assirm, l'associazione che riunisce le maggiori aziende italiane che svolgono Ricerche di Mercato, Sondaggi di opinione e Ricerca Sociale, attraverso una serie di dati preparati da istituti associati - Nextplora e Sita Ricerca ha analizzato le prime settimane di aprile per fotografare cosa sta accadendo con questa situazione straordinaria.
Dai dati raccolti emerge innanzitutto un’evoluzione dell’opinione pubblica che si traduce in sei significative evidenze:
· la maggior parte degli italiani afferma che la vicenda COVID-19 non si concluderà in tempi rapidi e in modo semplice: gli intervistati dichiarano infatti di prepararsi ad un lungo periodo di convivenza con il virus modificando considerevolmente le proprie abitudini;
· l'incertezza del momento mantiene alto e generalizzato un atteggiamento di risparmio e di attenzione alle spese
· si indebolisce, in modo lieve ma costante, il fronte di totale condivisione delle limitazioni imposte dal governo, anche se per ora non vengono comunque messe in discussione;
· diminuisce sensibilmente l'ottimismo rispetto alla possibilità per gli individui di uscire positivamente da questa crisi;
· aumenta lo stato d’ansia: il 46%1 degli intervistati dichiara di sentirsi molto/moltissimo ansioso in questo ultimo periodo;
· l’inquietudine del momento genera sempre più situazioni negative come nervosismo (39%), tristezza/malinconia (39%) e insonnia (31%)
Come si traduce tutto questo sul settore dell’abbigliamento?
L’eccezionalità del momento mostra che ultimamente i consumatori italiani acquistano abbigliamento, accessori e scarpe prevalentemente per necessità (45%), mentre solo il 17% degli intervistati compra per svago e distrazione. Significativo però che 1 italiano su 3 dichiari di rimandare gli acquisti a fine emergenza. Considerando poi il nuovo canale di acquisto, ossia il mondo e-commerce, emerge una piena soddisfazione del servizio da parte del 20% degli intervistati, mentre il 34% lamenta dei problemi nei tempi di consegna (non garantiti o allungati notevolmente).
Immaginando il ritorno nei negozi fisici, che per la maggior parte degli italiani avverrà a fine maggio, nei comportamenti dei consumatori si consolida il valore della sicurezza: 1 intervistato su 3 dichiara infatti che manterrà la distanza imposta in queste settimane ed eviterà giorni e orari di punta come anche locali commerciali affollati. In termini di acquisti futuri emerge invece l’attenzione ai prodotti italiani (40%), come atto di fiducia e sostegno dell’economia nazionale, e un ulteriore orientamento verso saldi e/o promozioni (38%).
Per varcare nuovamente la porta delle attività di abbigliamento, accessori e calzature, i consumatori si aspettano però dai brand attenzioni specifiche, tra le più richieste la pulizia e la sanificazione dell’ambiente (49%), l’installazione di dispenser igienizzanti all’ingresso del negozio a pari merito con la regolamentazione degli accessi (39%) ed infine il controllo del comportamento della clientela nell’osservanza delle norme igieniche (27%)8.
Sulla riapertura dei negozi di abbigliamento per bambini.
Il 47% degli intervistati ha accolto positivamente la notizia anche se per i consumatori del Nord Ovest, la zona più colpita dall’epidemia, si tratta di un provvedimento prematuro come dimostra anche la continua preferenza dello store online (47%).
Qualora si optasse però per il negozio fisico è interessante notare come l’attenzione alla limitazione degli accessi (59%) e alle norme igieniche (48%) superi notevolmente il valore di sconti e promozioni (24%). Considerando invece la posizione, primeggiano i negozi di quartiere (58%). Un atteggiamento prudente che si traduce anche nel bene da acquistare: al primo posto si trovano intimo e calze (62%), prodotti non solo più indispensabili ma anche più semplici e rapidi da comprare, seguiti da calzature (54%) e abbigliamento esterno (49%