«Le altre malattie restano Non si può seguire solo il covid» Preoccupazione a Rovereto
La riorganizzazione in corso all'ospedale Santa Maria del Carmine, riconfermato dalla Provincia e l'azienda sanitaria come "centro covid" per il Trentino, continua a far discutere la politica. Sia cittadina che provinciale. Perché al primo affondo critico al piano di riconversione dei reparti per accogliere malati Covid, lanciato dal consigliere comunale di Fratelli d'Italia Pier Giorgio Plotegher, si associa oggi quello del consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi. Quelli dei due consiglieri sono peraltro i soli due commenti, al momento, pubblici. Ma la preoccupazione - seppur non resa pubblica per considerazioni di opportunità politica e rispetto istituzionale - è condivisa anche da larga parte dell'amministrazione cittadina. Il ragionamento, alla fine, è lineare: se si continua a togliere attività all'ospedale di Rovereto per fare spazio alla cura dei malati Covid, cosa succederà ai cittadini che normalmente fanno riferimento al Santa Maria del Carmine per le consuete esigenze sanitarie?
«La direzione sanitaria aziendale - commenta Plotegher - ha deciso di aprire ai ricoveri Covid anche il secondo reparto di geriatria, con la conseguente necessità di trasferire parte del personale paramedico, attualmente operante in area chirurgica (chirurgia generale, ortopedia e blocco operatorio), in geriatria per coprire le annose carenze di personale. Ciò comporterà necessariamente una sensibile riduzione delle attività chirurgiche che solo in parte potranno essere assorbite o compensate dalle altre strutture provinciali sia pubbliche che private convenzionate (Solatrix, vedi l'articolo di ieri) con il grave rischio di ritardo nella espletazione di interventi già programmati, specie se riguardanti patologie di natura tumorale, allungamento delle liste di attesa ed esecuzione di interventi in regime di urgenza».
«Sembra del tutto incomprensibile - sottolinea Plotegher - come, a distanza di circa sei mesi dalla prima ondata pandemica, ci si trovi nuovamente ad affrontare un evento ormai conosciuto con interventi estemporanei ed approssimativi. Ci si interroga inoltre come mai nel frattempo, nonostante la presenza sul territorio provinciale di realtà ospedaliere inutilizzate o sottoutilizzate, non sia stata individuata una struttura idonea con percorsi, strumenti, presidi, personale medico e paramedico dedicati ove concentrare tutte le attività relative alla diagnosi e cura di questa terribile infezione».
«La pandemia da Covid-19 - argomenta Degasperi in una interrogazione al presidente Fugatti - sta progressivamente occupando tutti i posti letto negli ospedali italiani e il Trentino non ne è escluso. Particolare attenzione richiama il caso del reparto di cardiologia di Rovereto. Con una mail datata 20 ottobre il direttore del servizio ospedaliero provinciale, Giovanni Maria Guarrera, stabiliva la sospensione della attività di degenza ordinaria della cardiologia di Rovereto e il reimpiego del personale infermieristico presso Medicina. Ora, su sette ospedali in Trentino, la cardiologia di Rovereto è l'unica esistente oltre quella di Trento. Anche a Rovereto, come a Trento, si effettuano interventi al cuore sia nell'ambito della emodinamica (angioplastiche coronariche) che in quello della elettrofisiologia (impianti di pace-maker, ablazioni, impianti di defibrillatori). Considerando che le malattie cardiovascolari e, in particolare, l'infarto miocardico acuto, se non trattate tempestivamente e secondo le linee guida, portano a morte un cospicuo numero di pazienti, la cardiologia di Rovereto salva la vita delle persone. Non possiamo agire come se la malattia da coronavirus eliminasse tutte le altre preesistenti, perché così facendo potremmo mettere a rischio la salute dei nostri cittadini non garantendo loro i giusti servizi per le cure. In particolare poi, non si possono assolutamente mettere da parte malattie come quelle cardiovascolari che sono la prima causa di morte nel mondo occidentale, seguite al secondo posto da quelle tumorali».