Due italiani su dieci convivono con dolori cronici: un "Manifesto" per la cura, anche ai tempi del Covid
ROMA - Mal di schiena e emicrania, dolore muscolare e alle ossa, o ancora quello provocato da patologie croniche come malattie reumatologiche: il dolore cronico colpisce il 21,7% dell'intera popolazione italiana, ovvero circa 2 italiani su 10, e in molti casi ha conseguenze invalidanti dal punto di vista fisico, psicologico e relazionale. Ma molti che ne soffrono non hanno accesso a terapie adeguate per alleviarlo e la situazione è peggiorata con la pandemia Covid-19.
Affrontare questo problema è l'obiettivo del "Manifesto sul dolore. Le proposte per una migliore gestione dei pazienti con dolore cronico", presentato alle Istituzioni durante un'iniziativa promossa da Sandoz Italia ed elaborato da società scientifiche e associazioni dei pazienti.
Da un'indagine conoscitiva è emerso, spiega Giuliano De Carolis, presidente di Federdolore-SICD, "che l'ultimo anno è stato un vero stress test per l'organizzazione della terapia del dolore, molti centri sono stati chiusi a lungo e ancora oggi non sono aperti a pieno regime. È quindi quanto mai urgente una definizione di percorsi di cura condivisi da team multidisciplinari che comunichino fra loro e trovino modalità condivise di gestione dei pazienti". Quattro, in particolare, le aree di miglioramento individuate dal Manifesto: la raccolta dei dati relativi al paziente con dolore cronico, che devono essere inseriti nel Fascicolo Sanitario Elettronico; il rafforzamento del network fra i clinici che, a diverso titolo, si prendono cura del singolo paziente; la formazione del personale medico; la promozione di una 'cultura' del dolore cronico, attraverso corretta informazione ed empowerment del cittadino.
Al manifesto, conclude Enrica Tornielli, Head Pharmaceutical Affairs di Sandoz, hanno partecipato "massimi esperti del settore e le Istituzioni hanno mostrato grande interesse alle proposte per migliorare la gestione dei pazienti con dolore cronico. Il nostro obiettivo è ampliare l'accesso alle cure, non solo rendendo disponibili terapie più sostenibili ma anche contribuendo a migliorare i percorsi di cura".