"Più investimenti per le cure precoci dei positivi, solo così si evita che la malattia peggiori"
Sono oltre 700 i cittadini trentini che hanno firmato una petizione rivolta alle autorità sanitarie, affinché si anticipino gli interventi a domicilio per ridurre notevolmente i casi che degenerano richiedendo il ricovero e terapie ospedaliere intense e purtroppo non sempre efficaci
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TRENTO. C'erano anche 710 trentine e trentini alla manifestazione romana in piazza del Popolo organizzata ieri dal Comitato cura domiciliare Covid-19 presieduta da Erich Grimaldi.
Erano presenti virtualmente, con la lettera aperta indirizzata al governatore della Provincia Maurizio Fugatti per chiedere cure domiciliari precoci in caso di contagio.
In una manciata di giorni, la petizione, scritta dalle primierotte Antonella Faoro e Cristina Zorzi, ha raccolto un pieno consenso.
In copia, c'erano pure l'assessora alla salute Stefania Segnana, i dirigenti sanitari Pier Paolo Benetollo e Antonio Ferro, nonché al presidente dell'Ordine dei medici Marco Ioppi.
«Dopo oltre un anno dalla dichiarazione di pandemia - si legge nel lungo ed articolato documento - è confermato da numerosi studi come il Covid-19 sia una malattia che deve essere curata ai primi sintomi nella propria casa.
Si evita così, nella maggior parte dei casi, il peggioramento che costringe al ricovero in ospedale».
I 710 firmatari sottolineano che "il Covid-19 può essere gestito a casa dai medici, con ottimi risultati e l'opportunità di lasciare spazio a quei malati per i quali l'accesso ad un ospedale non è una opzione ma una necessità".
Ed aggiungono: "Come dicevano il dottor Marco Ioppi e il dottor Mauro Larcher in un interessante quanto inascoltato articolo su l'Adige: solo riducendo i pazienti Covid è possibile ridare centralità a tutti gli altri pazienti, che sono tanti".
Il problema è che "molti pazienti non hanno potuto avere cure domiciliari precoci, a causa dell'indisponibilità del proprio medico di base ad ignorare le linee di indirizzo di Aifa nella gestione a domicilio dei casi di Covid19, che, come noto, prevedono ancora la cosiddetta vigile attesa, che si conclude, per i pazienti più fragili o sfortunati, con il ricorso alle cure ospedaliere ormai in presenza di sintomi gravi e talvolta con esiti fatali".
Pertanto i firmatari chiedono a gran voce nell'immediato che anche il Trentino adotti dei protocolli di cure domiciliari precoci per il Covid-19 potenziando le Usca e coinvolgendo i medici di medicina generale ed i pediatri affinchè curino in scienza e coscienza i loro assistiti, di cui conoscono la storia clinica. Inoltre, in una visione di medio periodo, che venga implementata la presenza dei medici di base nelle valli, in modo da rafforzare la medicina territoriale perché possa tornare ad essere un fiore all'occhiello del Trentino.