Pandemia / Vaccini

Pfizer: necessario un secondo richiamo. La multinazionale chiede le autorizzazioni per la terza dose

Per l'azienda americana una ulteriore somministrazione aumenta il livello degli anticorpi da 5 a 10 volte. Ma nel mondo scientifico c'è ancora cautela sulla reale necessità del richiamo: si attendono nuovi studi
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TRENTO. Pfizer e BioNTech hanno annunciato che nelle prossime settimane chiederanno alle autorità regolatorie, tra cui la Fda in Usa e l'Ema nella Ue, l'autorizzazione per la terza dose del vaccino anti Covid.

La mossa arriva dopo i dati iniziali "incoraggianti" di un sperimentazione clinica, i quali hanno mostrato che una terza iniezione aumenta il livello degli anticorpi da 5 a 10 volte contro il ceppo originario e la variante Beta rispetto alle prime due dosi.

Le case farmaceutiche prevedono di pubblicare presto altri dati definitivi.

Sulla necessità di una terza dose non vi sono peraltro visioni unanimi nel mondo scientifico e c'è chi invita alla cautela.

Diversi studiosi sottolineano che la reale copertura fornita da un vaccino non si misura solo sulla produzione di anticorpi ma anche sulla immunità su base cellulare, che non è analizzabile con test di laboratorio bensì con la verifica empirica sui campioni di persone vaccinate, che attualmente sono al centro di studi proprio per vedere come reagiranno nei prossimi mesi.

Lo ha ricordato questa mattina, intervendo a La7, anche il professor Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe.

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