Test covid ai vaccinati, Macron boccia l'Italia e dà una "lezione" di europeismo
Dopo aver spiegato nel summit Ue di ieri che la Francia non seguirà l'esempio di Roma, il presidente oggi ha rilanciato con un tweet: "Sbagliato ostacolare la libertà di circolazione e comunque sia le varianti non si fermano alle frontiere"
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PARIGI. "Di fronte alle varianti del virus, dobbiamo continuare ad agire da europei.
Le persone vaccinate non dovranno farsi il tampone per viaggiare fra i Paesi membri dell'Unione europea": lo ha twittato questa mattina il presidente francese, Emmanuel Macron.
Sullo sfondo posizioni divergenti con questa impostazione, a cominciare da quella assunta a sorpresa e senza preavviso dall'Italia, con un'ordinanza del minsitro della salute, Roberto Speranza, che obbliga al tampone anche i vaccinati che entrano in Italia dai Paesi Ue, mentre i non vaccinati oltre al test negativo devono fare una quarantena di cinque giorni.
L'improvvisa decisione italiana, giustificata con l'espandersi in Europa (ma già anche in Italia) della variente Omicron, è stata accolta con disappunto dalla commissione Ue, che ha invitato gli Stati membre ad attenersi alle regole del green pass europeo e a concordare in anticipo eventuali ulteriori restrizioni temporanee, possibili solo a fronte di una situazione nuova scientificamente certificata.
In Italia a reagire contro l'ordinanza è stato soprattutto il mondo del turismo, mentre in quello politico, salvo l'opposizione al governo Draghi, si sono levate solo rare voci contrarie a questo tentativo di fermare alle frontiere una variante che, come ha detto al summit Ue ieri lo stesso Macropn, ormai circola già da varie settimane in tutti i Paesi Ue (poi quanto venga rilevata dipende anche dalle modalità di testing e di sequenziamento nei singoli Stati).
Il tweet odierno del presidente francese segue di 24 ore appunto il Consiglio europeo di ieri, dove si è discusso anche sulla decisione dei Paesi che impongono il tampone (Italia, Grecia, Irlanda e Portogallo) e dal quale era uscita una dichiarazione comunque critica in merito alle restrizioni decise da singoli Paesi che "non devono minare il buon funzionamento del mercato interno o ostacolare in modo sproporzionato la libertà di circolazione".
La Francia ha scelto di chiedere il tampone seguito da una quarantena obbligatoria soltanto alle persone che rientrano dalla Gran Bretagna, il paese vicino a più alta diffusione della variante Omicron.
Al di là dei motivi simbolici con i quali Macron spiega la scelta di non imporre gli stessi obblighi a vaccinati e non vaccinati, il presidente francese - trapela dal suo entourage - ritiene che i tamponi alle frontiere interne dell'Ue abbiano "scarsissima efficacia", in quanto la grandissima parte dei viaggi interni alla Ue li compiono di questi tempi i lavoratori transfrontalieri.
I quali sono comunque esentati dal tampone quotidiano.
Uscendo dal Consiglio europeo, Macron ha spiegato che "quando questa o quella variante è presente in un Paese Ue, si diffonde poi negli altri".
Ieri aveva dichiarato ufficialmente:"Non prevediamo di introdurre dei test covid pcr all'interno della Ue, perché noi siamo attaccati al buon funzionamento dello spazio comune, dunque non contiamo di mettere dei test Pcr nei confronti dei Paesi europei, ma verso dei Paesi terzi".