Viaggi nella Ue, la Germania si allinea alla Francia (e boccia l'Italia): niente obbligo di test per i vaccinati
A poche settimane dal vertice che doveva rilanciare la collaborazione Roma-Parigi, si rinsalda invece l'asse franco-tedesco dopo la frattura sulle misure alle frontiere, con l'Italia che ha deciso di non seguire le sole regole del green pass europeo e di introdurre unilateralmente altri obblighi per chi arriva
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TRENTO. "La libertà di movimento in Europa è importante", ha detto ieri il neocancelliere tedesco Olaf Scholz. "Stiamo seguendo le orme della Francia", ha aggiunto spiegando che la Germania seguirà le regole del green pass europeo, senza introdurre unilateralmente altre restrizioni come ha fatto l'Italia, che ora chiede il test anche ai vaccinati oltre a obbligare alla quarantena i non vaccinati con test negativo.
Insomma, una decisa presa di distanza dalla scelta di Roma, fortemente difesa giovedì davanti agli altri Paesi membri dal premier Mario Draghi.
Una frattura a poche settimane dal vertice italo-francese di Roma che doveva rilanciare la collaborazione fra i due Paesi.
E un passaggio che riaccomuna invece Germania e Francia, unite nel sottolineare che non è certo con le misure rafforzate solo per i viaggiatori all'estero che si ferma il virus, men che meno la variante Omicron.
Specie, sottolineava Macron, se si tiene presente che il grosso dell'andirivieni fra i confini è rappresentato dai frontalieri, per i quali comunque queste restrizioni non valgono: ne sono esentati infatti coloro che risiedono a meno di sessanta chilometri dalla frontiera.
"Non prevediamo di introdurre test covid all'interno dell'Ue, perché noi siamo attaccati al buon funzionamento dello spazio comune", aveva detto Macron blindando l'asse franco-tedesco contro l'obbligo di tamponi per gli arrivi dai Paesi Ue, che segnerà le festività natalizie in Italia, oltre che in Austria (con via libera senza test solo a chi ha fatto anche il booster) Grecia, Portogallo e Irlanda.
Gli eventuali test covid supplementari potrebbero essere imposti solo "verso Paesi terzi", ha spiegato ancora il presidente francese.
A partire dal Regno Unito, dove la variante Omicron è sempre più diffusa - e in Scozia ormai dominante, secondo la premier Nicola Sturgeon - e ieri si è registrato un nuovo record di oltre 93 mila contagi, mentre l'Irlanda annuncia un coprifuoco alle 20 per bar e ristoranti.
Una stretta di Berlino sugli arrivi da oltremanica potrebbe arrivare nelle prossime ore, su pressione dei Laender più colpiti come la Baviera, e non si esclude anche un obbligo di quarantena.
Per il nuovo ministro della Salute, Karl Lauterbach, una quinta ondata con il nuovo ceppo è inevitabile e sarà "massiccia".
Limitazioni sono attese anche dalla Danimarca, che ha annunciato la chiusura di cinema, teatri e sale da concerto.
A Bruxelles, l'irritazione di fronte a un'Europa in ordine sparso sulle restrizioni interne rimane.
A quanto si è appreso, i vertici Ue auspicano nel giro di poche settimane un ritorno alla "normalità", magari già dopo le feste.
La scadenza dell'obbligo di tamponi imposto dalla Grecia, il 10 gennaio, potrebbe essere un orizzonte.
Mentre quella prevista dall'Italia, fissata non è chiaro su quali basi scientifiche per la fine del mese prossimo, alle istituzioni europee appare al di là dell'esigenza di scelte "proporzionate" all'attuale livello dell'emergenza.
Del resto, la parola chiave a Bruxelles è quella di "salvare il green pass europeo": per questo, entro Natale la Commissione intende approvare una direttiva per rendere il documento vincolante, con una validità di 9 mesi dall'ultima vaccinazione.
E intanto, Atene ha ammorbidito il contenuto delle sue restrizioni ai viaggi, in vigore da domenica, annunciando che saranno ammessi anche i test rapidi e non solo quelli molecolari, come previsto inizialmente.
In tutta Europa crescono ancora le restrizioni in vista del Natale.
In Austria il via libera ai cenoni riguarda solo gli immunizzati, che potranno però riunirsi in gruppi di massimo 10 persone - per gli eventi con più commensali è previsto invece l'obbligo di tampone -, mentre i no vax resteranno in lockdown, anche se dal 24 al 26 dicembre e la notte di Capodanno potranno lasciare le proprie case per "visitare una persona cara".
Nuove restrizioni arrivano da lunedì anche in Svizzera, con il ritorno allo smart working e il divieto per i non vaccinati di entrare in ristoranti, spazi culturali e strutture sportive e ricreative.
E per le riunioni natalizie le autorità elvetiche hanno previsto un limite di dieci persone, compresi i bambini, se uno dei presenti dai 16 anni in su non è vaccinato né guarito.