Nel 2021 l'impatto del covid sulla mortalità ancora elevato. Spicca il dato dell'Alto Adige. In ripresa la natalità in Trentino
L'analisi nel Report sulla dinamica demografica diffuso oggi, 14 marzo, dall'Istat. Al confronto con il periodo 1915-2019, si conferma una crescita dei decessi provocata dalla pandemia e rispetto al 2020 il dato è più omogeneo sull'intero territoprio nazionale, con i picchi principali al Sud. Saldo naturale, il Trentino risale al -2,4%, era al -4,6%
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TRENTO. Istat, anche nel 2021 l'eccesso di mortalità in Italia legato alla pandemia è stato elevato e fra le zone a più alto impatto figura l'Alto Adige.
Lo si legge nell'ultimo Report sulla dinamica demografica 2021, pubblicato oggi, 14 marzo, dall'Istat.
L'impatto del numero di morti da covid-19 è ancora rilevante, sia in termini quantitativi che geografici: sono circa 59 mila, pari all'8,3% dei decessi totali per il complesso delle cause, in calo rispetto all'anno precedente quando se ne erano contati oltre 77 mila, il 10,3% del totale.
Anche il totale dei decessi (709.035) risulta in diminuzione rispetto all'anno precedente (oltre 30 mila decessi in meno) ma è significativamente superiore alla media 2015-2019 (+9,8%).
A differenza di quanto accaduto nel 2020, l'eccesso di mortalità rispetto alla media 2015-2019 non è concentrato al Nord ma si manifesta su tutto il territorio.
È nel Mezzogiorno che si osservano i dati più elevati (+12,9% di decessi), con regioni come Puglia (+18,5%) e Molise (+14,6%) ben sopra la media nazionale (+9,8%).
Al Nord solo, come detto, Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia presentano un eccesso superiore al 13%.
Il saldo naturale fra nati e morti resta ancora in deficit e qui il Trentino però dà segni di ripresa, mentre Bolzano è in controtendenza.
"Il nuovo record minimo di nascite (399 mila) - scrive l'Istat - e l’elevato numero di decessi (709 mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese nell’ultimo decennio.
Il saldo naturale, che già nel 2020 aveva raggiunto un valore inferiore solo a quello record del 1918 (-648 mila), nel 2021 registra un ulteriore deficit di “sostituzione naturale” pari a meno 310 mila unità.
Il combinato disposto del persistere di un eccesso di decessi, dovuto all’epidemia fino al mese di maggio 2021, e dell’emergere degli effetti negativi sulle nascite ha contribuito a determinare solamente nei primi cinque mesi del 2021 una perdita di 164 mila unità, uguale ai livelli registrati negli stessi mesi del 2020, con un peso percentuale del 53,1% sul saldo naturale dell’intero anno.
Il deficit dell’anno 2021 dovuto alla dinamica naturale è riscontrabile in tutte le regioni, tranne nella provincia autonoma di Bolzano (+123 unità), che si caratterizza non solo in questo anno per una natalità più alta della media. Il tasso di crescita naturale, pari a -5,2 per mille a livello nazionale, varia dal +0,2 per mille di Bolzano al -9,5 per mille del Molise.
Le regioni che più delle altre vedono peggiorare il tasso naturale (oltre l’1,5 per mille in meno rispetto al 2020) sono il Molise (-9,5 per mille) e la Calabria (-5,4 per mille).
La Lombardia (-4,0 per mille da -6,6) e la provincia di Trento (-2,4 per mille da -4,6) registrano invece i recuperi più elevati rispetto al 2020.
Il Nord resta sempre la ripartizione con una proporzione maggiore di decessi covid-19 su decessi totali, con un valore medio della ripartizione per il 2021 del 9%.
Il Friuli-Venezia Giulia (14,2%), l’Emilia- Romagna (11,3%) e la Provincia autonoma di Bolzano (10,6%) sono le uniche regioni d’Italia dove si registra più di un decesso covid-19 su 10, ma la percentuale è in calo rispetto all’anno precedente quando i valori erano superiori al 10% in quasi tutte le regioni settentrionali, con punte di oltre il 20% in Valle d’Aosta.
Di contro, nelle regioni centro-meridionali l’incidenza dei decessi covid-19 sul totale è aumentata nel 2021 rispetto al 2020, dal 6,9% al 7,7% al Centro e dal 5,3% al 7,6% nel Mezzogiorno.
Gran parte dell’eccesso di mortalità correlata al covid-19 è stato osservato nei primi cinque mesi del 2021, quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa.
La campagna di vaccinazione, iniziata a fine dicembre 2020, a partire da maggio 2021 ha raggiunto significativi livelli di copertura.
Con il progredire della campagna di vaccinazione, la mortalità covid-19 correlata è significativamente diminuita.
Il confronto tra ondate epidemiche in termini di eccesso di mortalità evidenzia che l’impatto sulla mortalità nei mesi ottobre-dicembre 2021 è più contenuto rispetto alle ondate precedenti".