In Trentino 60 mila persone hanno problemi di udito: «L’integrazione non ha età»
L’incontro è stato organizzato dalla sezione di Trento dell’Ente Nazionale Sordi (Ens) assieme all’Apsp Beato de Tschiderer. Al centro dei lavori, l’obiettivo di creare un modello innovativo di accoglienza delle persone sorde dalla nascita (o che lo sono diventate nel tempo) nelle case di riposo
TRENTO. In Trentino sono circa 60.000 le persone che soffrono di problemi all'udito: l'incidenza maggiore riguarda gli ultraottantenni. Nella nostra provincia, infatti, le persone over 80 che soffrono di sordità o ipoacusia sono circa 12.500. A livello nazionale i numeri salgono a 7,2 milioni di abitanti (su 60 milioni, ovvero il 12% stando al Censis).
Sono questi i dati utili per inquadrare la situazione, della quale si è discusso venerdì 3 marzo nel congresso organizzato dalla sezione di Trento dell’Ente Nazionale Sordi (Ens) assieme alla Apsp Beato de Tschiderer, che nella sua Rsa di via Piave ha ospitato l'incontro dal titolo "L'integrazione non ha età".
Al centro dei lavori del convegno, il cui obiettivo generale era gettare le basi per un modello innovativo di accoglienza delle persone sorde, dalla nascita o che lo sono diventate nel corso del tempo, all'interno delle case di riposo, il tema della comunicazione. L’evento è iniziato con i saluti della presidente della Apsp Beato de Tschiderer Eleonora Stenico, che ha ricordato come l'istituto di Trento sia nato nel 1853 per iniziativa del vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, proclamato beato nel 1995 da Giovanni Paolo II.
L'istituto, pionieristico per l'epoca, era nato per educare e istruire le persone sorde. Col tempo, l'evoluzione dell'approccio alle disabilità ha portato all'integrazione dei bambini sordi negli istituti scolastici. Nel 1990 è stata siglata una convenzione con il Comune di Trento che sanciva la priorità data a quella che nel frattempo era diventata una struttura residenziale per anziani, alle persone con problemi di sordità.
E tutt'oggi la RSA di via Piave ha mantenuto e anzi rafforzato questa vocazione. Brunella Grigolli, presidente dell'ENS-sezione di Trento, ha evidenziato alcune criticità connesse alla formazione degli operatori impegnati in tale ambito. Fra gli obiettivi quello legato al sensibilizzare tutte le persone che lavorano in ambito sanitario su come relazionarsi con le persone sorde, e inoltre garantire loro un servizio migliore, più completo e inclusivo.
In apertura anche l’intervento dell’assessora Stefania Segnana: «Siamo molto impegnati su questo pronte. Le proiezioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, che stimano una forte crescita dell'ipoacusia anche a causa del tasso di invecchiamento della popolazione Italiana. In Trentino nel 2050 le persone con calo uditivo saranno circa 87.500. Negli anziani la sordità costituisce un ulteriore elemento di solitudine»
Ha preso parola anche Annalisa Di Gioia, consigliera dell'Ens nazionale, l'onorevole Sara Ferrari e il sindaco di Trento Franco Ianeselli. A moderare la psicologa e Istruttrice Giada Turra, con la supervisione scientifica di Nadia Broseghini, coordinatrice dei Facilitatori alla comunicazione.