Cresce la diffusione del parassita di cani e volpi pericoloso per le persone
I cambiamenti climatici favoriscono la diffusione nella fascia alpina dell'Echinococcus multilocularis: lo indica uno studio pubblicato sulla rivista Global Change Biology e condotto da Alessandro Massolo dell'Università di Pisa in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach di Trento
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PISA. Per effetto del cambiamento climatico la distribuzione di Echinococcus multilocularis, un parassita di canidi e piccoli mammiferi, e dannoso per la salute umana, è in espansione.
Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Global Change Biology (nella foto, la copertina) e condotto da Alessandro Massolo del dipartimento di biologia dell'Università di Pisa in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach di Trento.
La ricerca ha analizzato, con l'aiuto di tecniche di machine learning, la distribuzione attuale e futura in Europa del parassita sulla base di scenari di cambiamento climatico e di uso del suolo.
Le proiezioni, spiega l'Ateneo pisano, "suggeriscono un aumento generale di aree molto idonee per questo parassita verso le latitudini settentrionali (Gran Bretagna e Penisola Finno-scandinava) e nell'intera regione alpina, mentre ne prevedono una diminuzione in Europa centrale (Germania, Polonia, Svizzera, Austria e Repubblica Ceca)".
Il parassita è un verme piatto che circola tra canidi (selvatici e domestici) e piccoli mammiferi (soprattutto roditori) e che causa una grave patologia denominata Echinococcosi alveolare che ha spesso esiti fatali nell'uomo.
Si tratta del secondo più importante parassita trasmesso per via orale all'uomo in Europa, e terzo al mondo dopo la Taenia solium e l'Echinococcus granulosus. "Per la prima volta - afferma Massolo - abbiamo stimato la distribuzione di Echinococcus multilocularis in base a vari scenari relativi ai cambiamenti climatici e all'uso del suolo, integrando ecologia animale, modellizzazione ecologica, parassitologia ed epidemiologia".
Due anni fa, uno studio condotto dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (IZSVe) e pubblicato sulla rivista scientifica Parasites & Vectors confermava la persistenza nell’Italia nord-orientale di un focolaio a bassa prevalenza di Echinococcus multilocularis nelle volpi rosse.
Per la prevenzione di questo parassita zoonosico, caratterizzato da un ciclo di vita prevalentemente silvestre, il monitoraggio della situazione epidemiologica e della sua evoluzione si conferma essere la strategia di difesa più efficace, spiega l'Istituto.
Lo stesso istituto, spiega: "Echinococcus multilocularis, parassita appartenente alla classe dei Cestodi, è una piccola tenia che colpisce i carnivori selvatici e domestici e i piccoli roditori in un tipico ciclo di vita preda-predatore. Il ciclo inizia con l’ospite definitivo che elimina con le feci le uova infette, disperdendole nell’ambiente.
Le uova possono quindi contaminare frutta, verdura, erba o altro alimento di cui si nutrirà l’ospite intermedio, che contrarrà a sua volta l’infezione. La volpe rossa rappresenta in Europa il principale ospite definitivo di E. multilocularis, in cui il patogeno riesce a svilupparsi fino alla forma adulta e riprodursi. I piccoli roditori, come le arvicole, fungono invece da ospiti intermedi e ne ospitano le forme larvali.
L’uomo diventa ospite intermedio solo accidentalmente. Nell’ospite intermedio E. multilocularis è causa dell’echinoccoccosi alveolare, una malattia grave che può essere fatale per l’uomo se non appropriatamente trattata.
Dopo la rabbia, E. multilocularis rappresenta infatti il maggior agente zoonotico trasmesso dalla volpe all’uomo, tanto da venir considerato a livello europeo uno dei principali patogeni a trasmissione alimentare in ragione della sua pericolosità.
Tuttavia, se l’aumento delle popolazioni di volpi favorisce la diffusione della tenia che può causare l’echinococcosi alveolare, va sottolineato che il rischio di contrarre questa grave malattia per gli umani è assai ridotto e che sono migliorate le cure a disposizione.
Cani e volpi infetti eliminano il parassita nell'ambiente con le feci. Il contatto diretto con un cane affetto oppure l'ingestione di acqua e alimenti contaminati, sono le vie principali di contagio umano.
Il rapporto Efsa del 2019 indica che in Europa, i casi di echinococcosi alveolare accertati sono stati 751 (lieve diminuzione sugli anni precedenti). Sempre secondo i dati del'ente europeo, nel 2019 risultava positivo al parassita il 13.6% delle 6.326 volpi campionate.
L'auspicio è che in Italis si sviluppino forme più strutturate di sorveglianza e prevenzione.