Sanità / Politica

Ginecologia, la consigliera provinciale del Pd Parolari: “Attesa di 14 mesi per un intervento”

In particolare il problema sono gli interventi per il prolasso uterovaginale. L’esponente dem chiede conto, con una dettagliata interrogazione, del fatto che dal 2023 al 2024 le liste di attesa per questi ricoveri non sono certo migliorate, anzi o sono rimaste invariate o addirittura si sono allungate

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TRENTO. Torna a parlare delle difficoltà della ginecologia trentina e soprattutto dei tempi d'attesa per gli interventi chirurgici connessi a patologie benigne ginecologiche la consigliera Pd Francesca Parolari. In particolare il problema sono gli interventi per il prolasso uterovaginale. La consigliera chiede conto, con una dettagliata interrogazione, del fatto che dal 2023 al 2024 le liste di attesa per questi ricoveri non sono certo migliorate, anzi o sono rimaste invariate o addirittura si sono allungate.

«Lo confermano le pazienti in attesa di intervento per prolasso genitale che a Rovereto attendono anche 14 mesi e ancora di più a Trento. Si tratta di donne anziane, per le quali un anno e più di attesa può comportare, oltre ad un aggravamento della patologia stessa, anche un peggioramento delle condizioni generali rendendo qualsiasi intervento più impegnativo e rischioso», scrive Parolari.

Nell'interrogazione si chiede anche se esistono, come per esempio in Emilia Romagna, le linee di indirizzo a garanzia della appropriatezza, equità e trasparenza di accesso e presa in carico dei pazienti, come sono gestite nelle strutture ospedaliere trentine le classi di priorità per i ricoveri e se nel caso specifico della ginecologia ci sono prese in carico diverse delle pazienti a seconda dell'ospedale in cui sono ricoverate.

La consigliera mette poi in luce il fatto che se si concorda sull'importanza di investire nell'innovazione tecnologica esistono delle priorità ed esistono dei diritti alla salute che non possono essere violati per privilegiare la tecnologia.

«I tempi necessari per eseguire un intervento con il robot, infatti, sono oggettivamente più lunghi, la fase di apprendimento è anch'essa lunga e impegnativa e durante l'apprendimento, fintanto cioè non si acquisisce piena dimestichezza conla tecnica, la durata dell'intervento è maggiore. Tutto ciò non può non avere impatto sui tempi di attesa».

Nell'interrogazione si torna a chiedere quali sono, ad oggi, i tempi di attesa per gli interventi ginecologici più complessi relativi alle più comuni patologie benigne in ognuna delle strutture ospedaliere trentine. Altro questione riguarda il fatto se tutti i ginecologi in servizio siano autonomi nell'esecuzione degli interventi chirurgici più complessi.

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