In Usa cresce preoccupazione per una malattia che colpisce i cervi: per ora nessun rischio per uomo
Il deperimento cronico del cervo è una malattia causata da prioni, cioè proteine difettose, capaci di propagarsi e danneggiare soprattutto il sistema nervoso fino a causar la morte. In questo, la malattia è simile al morbo della mucca pazza. Può trasmettersi da un esemplare all'altro per contatto diretto o attraverso oggetti contaminati
ROMA. Non solo l'aviaria; negli Stati Uniti e in Canada cresce la preoccupazione per un'altra malattia che colpisce gli animali: il deperimento cronico del cervo, malattia neurologica, fatale, che colpisce cervi e altri animali appartenenti alla stessa famiglia come gli alci. Nei giorni scorsi, con la scoperta del primo caso in Georgia, si è allungato a 36 il numero di stati in cui è stata riscontrata la malattia.
Il deperimento cronico del cervo è una malattia causata da prioni, cioè proteine difettose, capaci di propagarsi e danneggiare soprattutto il sistema nervoso fino a causar la morte. In questo, la malattia è simile al morbo della mucca pazza. Può trasmettersi da un esemplare all'altro per contatto diretto o attraverso oggetti contaminati. Al momento non ci sono prove della capacità di infettare l'uomo, ma i Cdc americani raccomandano che quanti cacciano cervidi in aree in cui è presenti la malattia sottopongano a test gli animali e non consumino la carne se l'esemplare risulta positivo.
Dal 1967, quando è stata identificata la prima volta, si è diffusa progressivamente, con un'accelerazione negli ultimi mesi che, al momento, l'ha portata a essere presente in 36 stati americani e in cinque province canadesi, sia in cervidi liberi sia animali in cattività. Oltre ai possibili effetti sull'uomo preoccupa l'impatto della malattia sugli animali: una ricerca condotta dal Wisconsin Department of Natural Resources e pubblicata nei giorni scorsi ha mostrato che nello Stato la diffusione della malattia da deperimento cronico del cervo ha ridotto drasticamente l'aspettativa di vita degli esemplari e, conseguentemente, sta causando una forte riduzione della popolazione di cervidi.