Hikikomori, ragazzi che si isolano, l'allarme anche in Trentino: 30-40 casi all'anno, ma non ci sono dati ufficiali
L’associazione Ama presenta giovedì 13 una «guida per genitori» dedicata al problema dei «ritiri sociali», quando i ragazzi si isolano da tutto e da tutti
TRENTO. Una guida per orientare i genitori in una realtà complessa come quella dei ritiri sociali degli adolescenti. L'opuscolo, "Ritiri sociali. Piccola guida per genitori", verrà presentato dall'associazione di auto mutuo aiuto "Ama" di Trento nel corso di una diretta Youtube, Facebook e Instagram domani sera, giovedì 13 febbraio, alle 20.
Nella guida, che sarà scaricabile sul sito di Ama da domani sera, «vengono distinti i diversi tipi di ritiro sociale e si cerca di offrire dei consigli utili ai genitori per approcciare il problema», spiega all'Ansa la psicologa Giulia Tomasi, che interverrà insieme ad Andrea Largaiolli (Appm).
«Tra i diversi tipi di ritiro sociale c'è il fenomeno degli hikikomori, una parola giapponese che letteralmente significa "stare in disparte” e che identifica tutti quei ragazzi che sono sempre stati molto timidi e che hanno sempre prediletto le attività individuali che a un certo punto scelgono in maniera autonoma di ritirarsi nelle proprie case o addirittura nelle proprie camere come manifestazione della propria sofferenza», aggiunge Tomasi.
A livello provinciale non ci sono dei dati ufficiali che inquadrino il problema. «Dal nostro osservatorio, però, possiamo fare una stima e dire che in media vediamo tra una trentina e una quarantina di nuove famiglie all'anno, che incontriamo tramite i colloqui e le consulenze che offriamo gratuitamente», dice la psicologa.
Ai genitori di giovani hikikomori Ama dedica anche dei gruppi di auto mutuo aiuto. Quello degli hikikomori è un fenomeno che emerge soprattutto durante l'adolescenza e si presenza in larga parte tra i ragazzi. «L'età di esordio è quella del biennio delle superiori. È più probabile che entrino in crisi i bambini che hanno sempre fatto fatica nei gruppi e che sono meno attrezzati dal punto di vista relazionale. Entrando nell'adolescenza, quando interagire con i coetanei diventa imprescindibile, si trovano in difficoltà», spiega Tomasi.
«La letteratura ci dice che quello degli hikikomori è un fenomeno a prevalenza maschile, ma quando lo analizziamo dobbiamo anche tenere a mente che la nostra società legittima di più il fatto che le figlie femmine stiano in casa», conclude Tomasi.