La Fersina gode, il Trento piange
Campanile, orgoglio, classifica, futuro. Il derby dei poveri, ma dagli stimoli forti, è una potente boccata d'ossigeno per la Fersina che annaspa per quarantacinque minuti ma poi affonda il bisturi con chirurgica precisione nelle consuete amnesie difensive gialloblù portandosi a casa tre punti vitali. Il Trento invece si smarrisce dopo un primo tempo discreto e subisce alla distanza la maggiore organizzazione degli ospiti. E la sconfitta stavolta è una botta tremenda che non sarà facile riassorbire perché la squadra si inabissa in classifica, sempre più sola e lontana dalla zona salvezza. Dimenticatevi lo spettacolo, aveva avvertito in settimana l'ex Pancheri, e così è stato
Campanile, orgoglio, classifica, futuro. Il derby dei poveri, ma dagli stimoli forti, è una potente boccata d'ossigeno per la Fersina che annaspa per quarantacinque minuti ma poi affonda il bisturi con chirurgica precisione nelle consuete amnesie difensive gialloblù portandosi a casa tre punti vitali.
Il Trento invece si smarrisce dopo un primo tempo discreto e subisce alla distanza la maggiore organizzazione degli ospiti. E la sconfitta stavolta è una botta tremenda che non sarà facile riassorbire perché la squadra si inabissa in classifica, sempre più sola e lontana dalla zona salvezza. Dimenticatevi lo spettacolo, aveva avvertito in settimana l'ex Pancheri, e così è stato, perché la gara per larghi tratti non ha assicurato nemmeno il minimo sindacale. Martini ha provato ad aggrapparsi al 4-4-2 che gli aveva regalato l'unico pomeriggio felice con il Darfo quindici giorni fa, con due novità, Sambataro sulla corsia di sinistra al posto dell'acciaccato Rossi, e Villanovich perno centrale, nella posizione abitualmente occupata dal piccolo brasiliano Dos Santos. Ferrarese, scontata la squalifica, torna ad affiancare in attacco Aquaro con la solita libertà d'azione, e il sostegno sulle fasce di Corradini e Alberti.
Dall'altra parte Cortese non rinuncia alla difesa a tre, capitan Donati è il playmaker arretrato, incaricato di costruire gioco e innescare le due punte, Panizza e il giovane Marchionne. La Fersina non sembra però ritrovarsi in avvio mentre il Trento si cala da subito e con maggiore convinzione nella parte. Un errore in disimpegno di Donati procura la prima opportunità ghiotta ai gialloblù, Ferrarese, liberato da Villanovich, trova il sostegno di Alberti ma la conclusione ravvicinata incoccia il piede di Stefania che si salva poi con la collaborazione di Tobanelli , appostato sulla linea di porta. Lo spavento amplifica le insicurezze della Fersina che non riesce a gestire palla in mezzo al campo, proprio lì dove la superiorità numerica degli ospiti dovrebbe farsi sentire.
Il Trento coglie l'attimo, Alberti pesca Ferrarese defilato sul lato corto dell'area, il traversone del capitano è un invito al bacio per Corradini, libero sul secondo palo di infilare la porta. Il gol libera tutta la rabbia del veronese che con un gesto poco elegante quanto inopportuno vorrebbe zittire i tifosi appostati sui gradoni della tribuna Sud. Apriti cielo, la rete riaccende gli animi sugli spalti ma non sblocca una partita bruttina, infarcita di errori.
La reazione della Fersina è poca cosa, solo un bel suggerimento in profondità di Donati, non agganciato in area da Marchione. Il Trento potrebbe sfruttare la situazione e punire imprecisioni e impacci continui degli ospiti, ma c'è anche la sfortuna, che nega a Ferrarese il raddoppio poco dopo la mezz'ora quando la punizione dal limite del capitano timbra la traversa e torna in campo con Stefania spettatore. Cortese deve correre ai ripari e ridisegnare la squadra arretrando Micheli e passando alla difesa a quattro. Ma ha il jolly giusto in panchina, Cicuttini che rileva Oussou, provvedendo a rivitalizzare il fronte d'attacco.
Prima del riposo sono ancora i gialloblù però a tenere in apprensione gli ospiti, dopo la conclusione alta di Mazzetto, è Aquaro ad avere sui piedi la palla buona, liberato in pieno recupero dal liscio di Tobanelli, ma l'attaccante non inquadra la porta sull'uscita di Stefania.
Il Trento va al thè caldo avanti solo di un gol, un peccato tutt'altro che veniale, considerati gli evidenti imbarazzi dell'avversario. Cortese tocca le corde giuste dei suoi negli spogliatoi e la partita gira subito in avvio di ripresa: Cicuttini pesca scoperta dopo nemmeno un minuto la retroguardia trentina e offre un pallone d'oro a Donati per il comodo appoggio che vale l'1-1. L'inerzia è cambiata ed ora la Fersina a spingere con maggiore decisione nella metà campo trentina, il sinistro di Lleshi dopo una percussione in area di Panizza, è una minacciosa avvisaglia smorzata in angolo da Zenga. Sekyere sull'altra sponda vanifica ciabattando alto un contropiede orchestrato come al solito da Ferrarese mentre dietro la difesa gialloblù comincia ad imbarcare acqua. Il sorpasso si concretizza per merito dell'ex Fabio Bazzanella, lesto a raccogliere un pallone impantanato in area su azione d'angolo e a punire con una precisa zampata la dormita di Zamboni e compagni. Il Trento schiuma rabbia ma non c'è più la lucidità per tentare di raddrizzare la gara nell'ultimo quarto d'ora. Martini cerca di estrarre il coniglio dal cilindro con Gattamelata e Dos Santos ma improvvisazione ed estemporaneità non sono qualità che pagano in questo momento. La Fersina fa festa ancora al Briamasco, proprio come un anno fa, mentre il Trento scivola sempre più giù, verso il fondo di un baratro senza fine.