Val di Sole, Coppa del Mondo mtb sempre più lontana
Si aspetta il calendario ufficiale. L'esclusione dalla kermesse internazionale iridata del prossimo anno sta suscitando molte preoccupazioni e adesso si spera nel lavoro diplomatico del presidente della Federazione
VAL DI SOLE. «Il calendario non è ancora ufficiale». La frase, che è sulla bocca degli addetti del settore, si accompagna alla speranza che qualcosa si possa ancora fare per portare anche nel 2014 la Coppa del mondo di mountain bike in Val di Sole. Non è ancora ufficiale. Il calendario deve essere ratificato dalla Uci Management Committee.
Ma resta il fatto che, al momento, le strutture e i tracciati di Daolasa a Commezzadura l'anno prossimo non ospiteranno la World Cup.
«Stiamo commentando qualcosa che è ancora ufficioso» precisa Paolo Garniga , del Comitato trentino della Federazione ciclistica italiana. «Il pre-calendario non è stato formalizzato. Sicuramente, l'esclusione di Daolasa non è dovuta a una mancanza dei tracciati perché i report sono stati più che positivi: i risultati di quest'anno sono stati eccellenti con più di 1,5 milioni di persone che hanno seguito la gara di giugno sulla Rai. So che la valle ci tiene molto e che l'organizzazione si è già mossa per chiedere aiuto a Di Rocco (Renato, presidente della Federazione ciclistica italiana e vice presidente dell'esecutivo dell'Uci, ndr)».
Garniga accenna, quindi, a possibili prescrizioni da parte del marketing e dello sponsor Red Bull, che avrebbero proposto un tunover delle località.
«L'Uci ha deciso di estendere le tappe ad altri territori, riducendo quelle europee a favore dell'inserimento del Canada, dell'America e dell'Asutralia» spiega.
«Bisogna fare delle scelte ed è normale che vi sia una rotazione. Per la valle rimane, comunque, la possibilità di ospitare altre gare internazionali e di candidarsi per il 2015».
«Abbiamo perorato con Di Rocco la nostra causa e, prima di fasciarmi la testa, aspetterei la sua risposta» afferma, quindi, Paolo De Bevilacqua , presidente dell'associazione Mtb Val di Sole che si è occupata della gestione tecnica della tappa mondiale di giugno. «Non ho perso la fiducia anche se sarà dura. Speriamo che riesca almeno a strappare la promessa che nel 2015 la Wordl Cup sia assegnata di nuovo alla Val di Sole» continua. «All'inizio, la commissione aveva messo al bando 10 prove per un totale di 15 località interessate dagli eventi. Oggi sono state ridotte a 7. Questo ci dà un appiglio per poter spingere affinché si aggiunga un'altra data. Nella scelta delle destinazioni, forse, siamo stati penalizzati dall'affluenza del pubblico che, negli altri stati arriva fino a 20-30 mila spettatori paganti, mentre in Italia non supera le 5 mila presenze gratuite. Se dovessimo rimanere esclusi» conclude infine «sarebbe davvero grave perché rientrare in Coppa non sarebbe di certo facile. Ci sono altre nazioni che premono per farsi assegnare le gare».
Il mancato arrivo della World Cup non è solo un grosso colpo per il modo sportivo italiano. La questione è anche economica e turistica. Dal 2008, anno del mondiale, la Val di Sole ha investito risorse per promuovere la sua immagine come meta privilegiata per gli amanti della bicicletta. Sull'onda dell'entusiasmo del campionato del mondo, sono nate scuole di mountain bike e si è progettato il bike park di Daolasa.
E all'aspetto turistico guarda, da ex presidente dell'Apt della valle, Luciano Rizzi che si dice rammaricato per la perdita dell'evento. «È un peccato per il turismo della Val di Sole» commenta. «Se diamo per buoni i dati diffusi dall'Apt di 33.000 presenze durante i giorni di gara, l'anno prossimo verranno a mancare numeri importanti. Ormai l'evento non è più solo un fenomeno sportivo. Per la valle costituisce un nesso diretto con la promozione turistica: il cliente medio e l'appassionato identificano la competizione con la possibilità di praticare a un buon livello questo sport». Rizzi, poi, riserva una stoccata alle dichiarazioni dell'attuale presidente dell'Apt Alfredo Ravelli. «Se le responsabilità non sono dovute a carenze nei tracciati o al ritardo con il quale si sono presentate le domande di candidatura, non rimane altro che imputare il fatto a una debolezza politica».