Immobile carico: «Io nuovo Schillaci»
Ha già centrato i primi obiettivi che si era prefissato, vincere la classifica dei marcatori della A con 22 reti («Ho vinto anche quella di B ma per mio padre non conta» sorride) ed entrare nel gruppo dei 30 pre-Mondiali. Ma la scalata di Ciro Immobile non è finita: vuole andare in Brasile, «magari per fare come Schillaci nel 90» dice dopo che lo stesso Prandelli ha lanciato il paragone; e sogna di giocare in Champions con il Borussia Dortmund
Ha già centrato i primi obiettivi che si era prefissato, vincere la classifica dei marcatori della A con 22 reti («Ho vinto anche quella di B ma per mio padre non conta» sorride) ed entrare nel gruppo dei 30 pre-Mondiali. Ma la scalata di Ciro Immobile non è finita: vuole andare in Brasile, «magari per fare come Schillaci nel 90» dice dopo che lo stesso Prandelli ha lanciato il paragone; e sogna di giocare in Champions con il Borussia Dortmund. «Un club molto importante e l'idea di sostituire Lewandowski mi stimola tantissimo. Il mio agente sta valutando, vedremo». Nel mezzo c'è il matrimonio domani con Jessica che le ha già dato una figlia, Michela: il suo volto tatuato campeggia sul braccio sinistro del 24enne attaccante insieme alla dichiarazione d'amore alla compagna, "Ovunque tu sarai io ci sono".
Insomma è un momento d'oro per Immobile nato nello stesso anno in cui esplodeva in azzurro Schillaci al quale viene sempre più accostato: «Io come lui? Magari. È un paragone che non mi mette ansia, anzi mi fa solo piacere, si parla di un attaccante che ha fatto la storia del calcio italiano anche se a me piace molto pure Cavani». Immobile è carico a pallettoni: «Non so se posso diventare uno degli uomini simbolo di questa Nazionale, di certo sono arrivato qui deciso a giocarmi questa chance al 200%, per dimostrare che quanto fatto in campionato non è stato un caso».
Gol e rendimento che hanno permesso al Torino di inseguire l'Europa fino all'ultima giornata («Che dispiacere saltare la gara di Firenze, a Cerci dopo il rigore sbagliato ho consigliato di guardare avanti») e a lui di attirare l'attenzione di grandi club come il Borussia Dortmund: «Donati e Caldirola mi hanno parlato benissimo della Bundesliga, è solo difficile la lingua ma noi napoletani sappiamo farci capire da tutti». Parole che sanno di addio: «Col presidente Cairo i rapporti sono ottimi, lui sa quello che voglio e a cosa ambisco per la mia crescita anche persone».
Nell'attesa darà battaglia per far parte dei 23 che voleranno in Brasile: «Mi sento un attaccante moderno che non solo segna ma aiuta anche la squadra, merito del lavoro di Ventura. La concorrenza è tosta, lì davanti siamo in sette e tutti forti, penso a Rossi che se fosse stato bene sempre sarebbe stato un osso duro per il titolo di capocannoniere. Ognuno di noi è deciso a mettere in difficoltà il ct e per lui non sarà facile scegliere, di sicuro io farò il possibile per non avere rimpianti».