Tennis: Ata Trentino a tutta grinta, Barletta è espugnata

Missione compiuta anche per l’Ata Trentino. Il viaggio in aereo fino in Puglia si presentava come una formalità, ma nonostante il cappotto rifilato al Ct «Hugo Simmen» di Barletta non è stata proprio una passeggiata come quella dei cugini roveretani a Modena.

«Siamo contenti di aver centrato subito il massimo degli obiettivi con i 6 punti portati a casa e quindi domenica prossima a Trento basterà conquistare un solo singolare - ci ha detto Renzo Monegaglia, il presidente dell’Ata Trentino e da 14 anni protagonista sui campi di tutta Italia tra A2 e A1 - però questa formula di massima serie, dove i giovani sono troppo acerbi e ne basterebbero molti meno, ma anche dove poi troviamo veterani, anche di pregio come Santopadre, e 3ª e 4ª fedelissimi gettati nella mischia senza senso, non mi piace più. Sto seriamente pensando di concentrare le mie forze non più sull’A1 ma su un Challenger da portare a Trento, non so ancora se in sostituzione del Future invernale da 15mila $ giunto alla prossima 11ª edizione. Anche qui in Puglia è stata una sofferenza. All’aperto in novembre, ieri mattina abbiamo trovato i campi allagati per la pioggia della notte. I campi di riserva sono ad Andria ma è iniziato il Challenger e c’erano le qualificazioni in atto: ringrazio il sacrificio dei miei giocatori. Abbiamo iniziato alle 10.45, sono contento per Pecoraro, Cestarollo e Dellagiacoma che sono stati bravi a coaudiuvare i professionisti più scafati quali Arnaboldi, che ha perso un set arrabbiandosi per la pesantezza infame dei campi asciugati in qualche maniera per un drenaggio non perfetto (per fortuna poi le nubi non hanno scaricato altra acqua), e il lituano davisman Grigelis. Dopo due scudetti sfiorati e tanti playoff, sono due anni che ricorriamo ai playout in una A sempre meno spettacolare e sempre meno ricca di attrattive di qualità».

Dopo lo sfogo del massimo dirigente trentino, uno che si sbatte per le organizzazioni tennistiche da anni, fotografare il match d’andata per la salvezza dell’Ata è inizialmente dare credito e fiducia alla crescita dei due n.3 e n.4, il 19enne valsuganotto Gianluca Pecoraro, da noi messo in croce nel match perso contro Maglie da un avversario alla sua portata, e il 23enne predazzano Matteo Dellagiacoma, pure lui perdente al 3° set con i pugliesi poi giunti secondi e che si salvarono subito.

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Pecoraro, diretto dal suo maestro Max Labrocca, ha capito contro il 2.7 Faggella che non poteva arrendersi facilmente alla perdita del primo set e così si è messo d’impegno salendo di ritmo tecnico e agonistico, soprattutto con l’aggressione di diritto e con una conduzione “di testa” più oculata evitando errori banali. «Pecos» nel terzo set era sotto 0-3 quindi ha recuperato fino al tiebreak giocato con razionalità ed efficacia.
Ottimo anche Dellagiacoma che non si è fatto sorprendere dal 3.1, un giocatore di basso livello ma sempre pericoloso. Quindi Grigelis non ha dato scampo a Lapalombella, mentre Arnaboldi ha faticato 2 ore e mezza per avere ragione di un Vilardo, beniamini di casa, veramente all’altezza del compito di far soffrire il n.1 dell’Ata.

«Arna» ha imposto al terzo set, recuperando anche la concentrazione rovinata da un po’ di nervi tesi per un terreno di gioco degno di un pantano (si è beccato anche un ammonimento quando ha sbatuto la racchetta al suolo ed ha cacciato una palla nel prato vicino), la sua classe da n.173 al mondo. Il mancino a fianco di Grigelis poi non ha dato scampo al duo di casa, quindi Dellagiacoma ha affiancato l’altro 19enne Ludovico Cestarollo ed assieme non hanno dato chance ai fratelli Scelzi, 3ª categoria.

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