Sport a Trento e Bolzano, tra sold out e tribune (semi)deserte
Quando mancano ancora due settimane alla partita contro Milano, il PalaTrento ha fatto registrare il tutto esaurito, con 4.000 tagliandi letteralmente volatilizzati. Ma il sold out non basta: è notizia di oggi l’ampliamento degli spalti, con altri 400 tagliandi che verranno messi in vendita a partire da giovedì. E, c’è da scommetterci, anche questi biglietti andranno a ruba. Scene di questo tipo a Trento si erano viste solo qualche anno fa, in occasione delle finali scudetto del volley.
Oltre a numeri e dati, resta da chiedersi il perché delle differenze numeriche di spettatori nei vari sport. Le maggiori realtà sportive di Trento sono Aquila Basket, Trentino Volley e Trentino Rosa Volley. Le maggiori a Bolzano sono Neruda Volley, Sudtirol Calcio e Bolzano Hockey.
L’Aquila, oltre ai recenti sold out, ha sempre avuto più di 3.000 spettatori. L’effetto novità, lo spettacolo garantito da uno sport di contatto e, soprattutto, le ottime scelte societarie (l’acquisto di giocatori spettacolari come Mitchell e Owens, la conferma di atleti che da anni sono a Trento e molto amati dal pubblico, come Forray, Pascolo e Spanghero) sono le chiavi di questo successo.
Nel volley maschile di A1 gli ottimi risultati sportivi e i ritorni eccellenti non bastano: contro Perugia (uno dei tre big match stagionali, insieme a quelli contro Modena e Macerata) si è arrivati a 2.600 spettatori. Pochi. Il livello piuttosto basso del campionato, l’assenza di giocatori spettacolari e “folkloristici” (N'Gapeth per capirci) e l’abitudine alla pallavolo sono, probabilmente, le tre cause principali di numeri piuttosto bassi. E vincere, evidentemente, non basta.
Nel volley femminile di A2 l’effetto novità (la serie A in rosa non si vedeva in provincia da decenni) non basta: per la seconda categoria nazionale i 200/300 spettatori sono decisamente pochi (basti pensare che alla recenti finali di Coppa Trentino di serie C ce n’erano almeno 400). Eppure la squadra sta vincendo ed è in una buonissima posizione di classifica. Forse la quasi totale assenza di atlete locali e le scarse iniziative di promozione sono delle concause, ma i dati parlano di un mezzo flop.
Spostiamoci in Alto Adige. A Bolzano, prima di tutto, parliamo di tre sport diversi.
Nel volley il Neruda si sta rivelando un piccolo fenomeno, con un migliaio di spettatori presenti al PalaResia, con picchi fino ai 1.300 nel derby di domenica scorsa. La squadra vince, le strategie di mercato sono state azzeccate (la riconferma di atlete simbolo come Papa, Porzio - seppur infortunata - e il ritorno di Bresciani) e la presenza in rosa di varie ragazze altoatesine sono state le scelte vincenti.
Nel calcio il Sudtirol ha sempre almeno un migliaio di spettatori. Pochi rispetto ad altre piazze d’Italia, da sempre più legate e innamorate del calcio. La società paga ancora qualche “scheletro” nell’armadio, ovvero quella di essere nata a Bressanone e non nel capoluogo altoatesino.
Infine l’hockey, che ha tradizione e lunghissima storia, con tante vittorie. Due settimane fa al Palaonda c’erano oltre 3.000 spettatori, record stagionale.
Riepilogando. Tutte e sei le squadre prese in considerazione stanno avendo ottimi risultati sportivi e tutte viaggiano nelle zone altissime della classifica (anche se per il vero tifoso la classifica non dovrebbe essere troppo importante nel decidere se andare o no allo stadio o al palazzetto). Se il volley va molto bene a Bolzano (effetto novità? scelte azzeccate?), sta andando maluccio a Trento, soprattutto nel femminile. Il basket va alla grande (i detrattori dicono che si tratta solo di una moda passeggera), calcio (in Trentino malissimo, basti pensare che i gruppi di tifosi del Trento calcio - una realtà che, se ben gestita, potrebbe portare migliaia e migliaia di persone - si stanno sciogliendo uno dopo l'altro) e hockey reggono grazie alla tradizione.
In tutto questo quanto incide la crisi? Una famiglia (padre, madre e figlio) può permettersi per quattro volte al mese la spesa per i biglietti? Se la risposta è no, ecco allora che si è costretti a fare delle scelte, privilegiando una squadra o l’altra. Un’altra domanda interessante, alla quale non possiamo dare una risposta, riguarda quante persone a Trento vanno a vedere sia basket sia volley, o sia volley femminile sia volley maschile. La sensazione è che siano molto poche, ma una risposta certa non c’è.