Scontri ultrà-polizia in Egitto, almeno 25 morti
Ancora sangue, ancora scontri e violenze, anche negli stadi. A tre anni dai terribili incidenti di Port Said - che causarono 74 vittime - l'Egitto è stato teatro oggi di una nuova aspra battaglia, che ha visto contrapporsi gli ultrà alle forze di polizia all'esterno dello stadio prima del match di premier League Zamalek-Enppi, con un bilancio aggiornato di almeno 25 morti ed una ventina di feriti. La procura generale del Cairo ha aperto un'inchiesta mentre è stata convocata una riunione di emergenza del governo per fare luce sui fatti. All'origine degli incidenti - ha scritto il quotidiano al Arham - sembrerebbe esserci il ristretto numero dei biglietti in vendita: solo 5mila, contro i circa 10mila ultrà dello Zamalek presenti. Erano da poco passate le 18 (le 17 in Italia) quando sui social network sono iniziate a rimbalzare le prime notizie degli incidenti. Un vero e proprio inferno - stando a quanto hanno scritto i media locali - si è scatenato di fronte al campo di calcio Air Defense Stadium della capitale egiziana, tra i tifosi del club Zamalek e la polizia. Violentissimi gli scontri. "Volevano entrare senza biglietto e siamo dovuti intervenire", ha affermato il ministero dell'Interno. I tifosi, dispersi a colpi di gas lacrimogeni, sarebbero quelli del gruppo 'White Knights'. Poco dopo la notizia degli incidenti uno dei giocatori dello Zamalek, Omar Gaber, si sarebbe rifiutato di giocare la partita, secondo quanto hanno riferito alcuni tifosi sui social network. Gli ultrà entrati nello stadio, alla notizia delle vittime, si sono poi girati mostrando le spalle al campo da gioco.
Poco dopo un portavoce del gruppo dei White Knights (i tifosi sostenitori della squadra di Zamalek) ha diffuso la notizia della morte di cinque persone. Ma è bastato che passasse un'ora e il bilancio è stato aggiornato a 20 morti. Poi in serata le autorità hanno riferito che il numero delle vittime è salito ancora, a 25 morti. Diversi veicoli di fronte allo stadio sono rimasti gravemente danneggiati. Terribili le foto postate su Twitter da testimoni che hanno mostrato i luoghi degli incidenti completamente devastati e le immagini dei cadaveri in strada. Il tutto in un'atmosfera appesantita dai gas lacrimogeni lanciati dai poliziotti che, secondo il racconto dei testimoni ad al Ahram, avrebbero causato molte delle vittime. Altre persone avrebbero perso la vita calpestati nel fuggi-fuggi generale. Gli scontri odierni al Cairo ripropongono nuovamente la questione della sicurezza. Non è infatti la prima volta che l'Egitto si confronta con incidenti mortali negli stadi. Il primo febbraio del 2012, oltre 70 tifosi morirono allo stadio di Port Said, nel nord del Paese, in scontri tra gli ultrà della squadra ospite di el Ahly e quella locale di al Masry. A fine match, vinto poi a sorpresa dalla squadra di casa, si scatenò l'inferno con una furibonda invasione di campo da parte dei sostenitori del Masry che diedero la caccia ai giocatori avversari. In mezzo la polizia in assetto antisommossa ma assolutamente incapace di gestire la situazione. Gli ultrà egiziani sono fortemente politicizzati e hanno giocato un ruolo non secondario nelle rivolte della Primavera araba che portarono alla caduta del regime del presidente Hosni Mubarak nel 2011.