Alonso: l'incidente? Colpa della McLaren
È stata tutta colpa della nuova McLaren targata Honda e probabilmente un problema allo sterzo.
Stesso sorriso e stessa tattica comunicativa, Fernando Alonso torna nel Circus dopo l’incidente dei misteri, ma non riesce a chiarire i dubbi su quanto accaduto a Montmelò. Lo spagnolo esclude in modo netto una delle prime ipotesi avanzata dalla sua scuderia, ovvero quella del vento: «Neanche un uragano avrebbe spostato la macchina a quella velocità - assicura l’ex ferrarista - Dopo l’incidente c’è stata tanta pressione da parte dei media, e le prime risposte forse non sono state chiare. Erano dei tentativi di provare a trovare la causa dell’incidente. C’era confusione, dovuta anche al fatto che non avevo dei ricordi precisi. C’era questa teoria del vento, che poi non si è rivelata giusta».
Nella conferenza stampa Fia in cui è stato come previsto l’assoluto protagonista, Alonso minimizza i problemi di memoria avuti dopo l’impatto tra la curva 3 e la curva 4 del circuito spagnolo dove erano in corso i test invernali della Formula 1: «Non mi svegliai credendo di essere nel 1995 e nemmeno dicendo cose strane. Ero cosciente in quel momento, in ambulanza e nella clinica del circuito. Non ho iniziato a parlare italiano e non ho fatto tutte quelle cose di cui si è detto. Mi ricordo l’incidente e ricordo tutto il giorno successivo. Per i medici - prosegue lo spagnolo - la successiva perdita di coscienza è normale, dovuta ai farmaci per il trasporto in elicottero e gli esami in ospedale. Non ho ricevuto una scossa elettrica, né un trauma improvviso. C’è stato un problema alla macchina, anche se non ci sono dati in grado di dire quale». I test medici della federazione? «È stata una procedura standard che si applica dopo un trauma alla testa. I tempi di reazione ed altri esami del caso. Poi i medici hanno sentito la mia versione sull’accaduto e hanno dato il via libera».
Messosi alle spalle l’incidente con tutti i suoi nodi ancora da scogliere il pilota spagnolo della McLaren ha poi fatto capire di voler guardare al futuro e di non essere pentito d’aver lasciato la Ferrari: «Con le prestazioni che abbiamo in questo momento è facile criticare la squadra o la mia decisione. Ma io sono felicissimo, dopo 14 anni di Formula 1 un quarto o quinto posto non sono più quelli che cerco». Lo spagnolo è cosciente delle difficoltà della sua MP4-30: «So che sarà un anno difficile, ma sono pronto a godermi questa gara. Tengo i piedi per terra, so che non siamo nella posizione che vorremmo e le prime gare saranno come un test per me. Ho ancora da imparare molto dalla macchina. Questa è la più grande sfida della mia carriera, ma sono pronto».