Manuel Quinziato promuove Oss "E' pronto per vincere al Nord"
Quando un corridore come Manuel Quinziato apre bocca, non è mai solo per darle aria. Bolzanino, 35 anni di cui 13 da professionista, Manuel oltre ad essere un ottimo corridore - tra l’altro campione del mondo in carica della cronosquadre -, è uomo di grande intelligenza, diventato negli anni un autorevole punto di riferimento del gruppo. Insomma, una persona con cui è piacevolissimo discorrere di tutto e che quando parla di ciclismo va ascoltato con particolare attenzione, perché si tratta del suo lavoro e della sua passione.
Ebbene, se Quinziato alla fine della Roubaix, domenica ha detto che Daniel Oss l’anno prossimo è pronto per avere la squadra a disposizione e per vincere una grande classica, noi siamo propensi a credergli.
Che dice Quinziato, possiamo fidarci della sua previsione, anche se stiamo parlando di un suo compagno di squadra?
«Confermo ciò che ho detto. Ho corso a fianco di Daniel tutte le classiche e quest’anno l’ho visto pronto a spiccare il volo. Ha acquisito grande maturità e consapevolezza nei suoi mezzi. L’anno prossimo può puntare ai bersagli grossi».
Quest’anno cosa gli è mancato?
«E’ andato forte ed è stato continuo, dalle Strade Bianche fino alla Roubaix di domenica. In particolare al Giro delle Fiandre, che è la summa delle classiche del Nord, è andato fortissimo. Nel terzo posto di Van Avermaet c’è molto di Daniel...
Meritava di raccogliere di più anche alla Roubaix, ma è stato preso a raffiche dalla sfiga. Prendiamola sportivamente e diciamo che l’esperienza accumulata potrà tornargli preziosa l’anno prossimo».
Ha ravvisato qualche errore nelle sue condotte di gara?
«Mah, secondo me alla Gand- Wevelgem lui era sicuramente fra i più forti del gruppetto dei migliori che si era selezionato al comando in quella giornata di bufera. A vincere però è stato Paolini, forse il più debole del plotoncino, bravo a risparmiarsi quando serviva, a credere nel rientro quando era rimasto staccato e a giocarsi il tutto per tutto nel finale. Sono certo che per Daniel la vittoria di Paolini sia stata un insegnamento che non dimenticherà».
Nel 2016 Oss compirà 29 anni. Un handicap o un vantaggio il passare delle stagioni?
«La maturità atletica per le classiche del Nord è assolutamente un vantaggio. Anche se talvolta saltano fuori dei giovani in grado di fare la differenza fin dalle prime esperienze, un Fiandre o una Roubaix sia per la lunghezza, sia per l’intensità con cui si corrono, meglio si adattano agli atleti maturi. Non fosse altro per l’esperienza che ti evita inutili dispersioni di energie».
Se poi si ha un compagno come lei che ti porta a spasso in sicurezza per oltre 200km tutto diventa più facile...
«La squadra nelle classiche è fondamentale. Io che pure alla Roubaix nel 2009 mi piazzai 9° mi sono messo a disposizione di Daniel e credo di aver fatto un buon lavoro. Contro la sfortuna, però, né io né Daniel potevamo nulla».