Roma, il boss Pallotta e i tifosi che gettano m.
Ironico quanto basta, ma duro nel condannare ancora una volta quei comportamenti che fanno il male della Roma e dei suoi «veri tifosi». Il presidente della Roma James Pallotta sceglie i social network per rispondere alle domande dei sostenitori giallorossi, e attraverso Twitter rivendica la decisione di non ricorrere contro la chiusura della Curva Sud, squalificata per aver esposto alcuni striscioni contro la madre di Ciro Esposito.
«Abbiamo discusso a porte chiuse e abbiamo deciso che un ricorso non ci avrebbe portato da nessuna parte - le sue parole -. Sono concentrato nel cercare di cambiare la cultura e sbarazzarmi di chi non si comporta da vero tifoso e cerca solo di portare avanti i propri interessi personali». L’attacco è diretto a una minoranza, ma la presa di posizione è netta: «L’Italia non si avvicina minimamente al peggior paese con problemi di violenza. Nonostante ciò, dovremo continuare ad avere tolleranza zero». «Ho sempre difeso i tifosi della Roma, in città, in Italia e nel mondo - sottolinea Pallotta - Ma mi batterò solo per i veri tifosi, la maggioranza. I veri tifosi possono criticare, ma continuano a sostenere la squadra. Non fanno cori razzisti, non creano situazioni violente. Non gettano merda sui giocatori che ce la mettono tutta. Non creano situazioni che danneggiano tutti gli altri. Noi paghiamo per le azioni di pochi».
Il linguaggio colorito di Pallotta, tuttavia, innesca qualche replica piccata in cui si ricorda l’atteggiamento positivo mostrato dalla Curva in occasione del 7-1 rimediato all’Olimpico dal Bayern Monaco. «Ma negli ultimi mesi, un piccolo gruppo di tifosi ha insultato i giocatori, li ha chiamati sotto la Sud e ha detto che non meritano di indossare la maglia della Roma - evidenzia da Boston il presidente - L’ho visto nella partita con la Fiorentina, era una minoranza, ma sempre di m. gettata si tratta. E comunque gli striscioni di Trigoria sono interessanti... ma mia madre mi chiama in modi molto peggiori!». Il riferimento ironico è alla scritta offensiva apparsa fuori dal centro sportivo nei giorni scorsi.
In vista del finale di stagione, comunque, Pallotta ammette di non essere soddisfatto dall’annata ma si dice convinto che nella prossima stagione la Roma giocherà in Champions. «Questo è un progetto a lungo termine e dobbiamo essere costanti. Ovviamente non sono contento, voglio vincere molti scudetti e competere in Champions ogni anno. Succederà, ma non sarò soddisfatto fino a quando non avremo vinto tutto - l’ambizioso cinguettio del patron - Lo stadio ci permetterà di generare ricavi per competere costantemente con le prime 5 squadre in Europa. Ho sempre detto che vincere è la cosa più importante. Mai una volta ho detto che sono qui per fare soldi, mai». Mentre non ha problemi a ribadire la fiducia a Garcia: «Se sarà l’allenatore della Roma anche il prossimo anno? Sì. Non abbiamo nemmeno parlato della possibilità che Rudi possa andar via a fine stagione».