Mancini - Sarri, pace dalle Iene
«Speriamo che questa pace sia un buon esempio per tutti». Roberto Mancini accetta le scuse di Maurizio Sarri.
Raggiunto da «Le Iene», in un’intervista che andrà in onda nella puntata di domenica, il tecnico jesino chiude la questione e ne approfitta per ribadire una volta di più di non aver mai usato espressioni omofobe contro un giornalista nell’agosto 2001, quando era alla guida della Fiorentina. «Non ho mai fatto quel tipo di insulti. È una bugia grande... C’è un testimone che era lì con me», sottolinea Mancini, che sui diritti gay aggiunge: «Sulla legge per le Unioni Civili son d’accordo. Matrimoni gay? Son d’accordo... Ma siamo nel 2016, porca miseria!! Non siamo nel 1500! Adozioni gay? È giusto!».
Sulla stessa linea anche Sarri, pure lui intervistato da «Le Iene». «Giusto che gli omosessuali si sposino fra loro? È chiaro! È palese! Le adozioni? Penso che ci sia bisogno di una legge apposita, che preveda anche questa possibilità». Il tecnico del Napoli assicura di non essere omofobo («questo penso che sia molto lontano da me»), al Gay Pride nel capoluogo partenopeo non andrà perchè «è sabato e io sabato parto in ritiro ma mi farei volentieri una chiacchierata con loro. Poi chiaramente io non appartengo a...».
Tornando sull’alterco del San Paolo, ribadisce: «Io con Mancini non ho assolutamente niente... Io avrei fatto pace anche dopo tre secondi. Penso che l’omosessualità sia una condizione di vita assolutamente accettabile, quello è stato solo un insulto di rabbia, non c’è nessuna discriminazione, solo un momento di rabbia».