«Sotto canestro sarò un leone» Ecco Dustin Hogue, ala dell'Aquila
Volto sorridente e riposato, che lascia pensare che quell'Odissea aerea di quasi venti ore che ieri lo ha portato a Trento rimbalzando tra gli aeroporti dell'Iowa e del Minnesota, per poi passare da quelli di Roma e di Verona, sia solo frutto dell'immaginazione. Fisico potente ma armonioso, che ben si concilia con il suo pedigree di giocatore che fa dell'atletismo e della forza le proprie caratteristiche principali. Dustin Hogue, 24 anni da Yonkers, stato di New York, è il primo nuovo acquisto della Dolomiti Energia Trentino edizione 2016-2017 ad essere presentato alla stampa.
Ad ospitare la presentazione, la concessionaria Dorigoni di Trento, sponsor e fornitore ufficiale del club aquilotto anche per la prossima stagione. A dare il benvenuto all'ala forte che l'anno passato ha vinto la classifica dei rimbalzi del campionato greco con la maglia del Nea Kifissia, il general manager Salvatore Trainotti.
«Non è un caso - ha sottolineato il gm - che Dustin Hogue sia il primo dei nostri nuovi acquisti ad essere presentato. E' stato il primo giocatore ad essere firmato quest'estate, prima della Summer League, perché la sua scelta è stata frutto di un puntuale lavoro di scouting fatto durante i mesi precedenti. Lo abbiamo seguito durante la sua stagione in Grecia, abbiamo visto quanto l'impatto del suo gioco possa farsi sentire anche in Europa, e per questo abbiamo deciso di puntare su di lui: è giovane, ha margini di miglioramento, e siamo convinti che con le sue caratteristiche possa essere perfetto per integrarsi nel sistema di gioco del nostro allenatore e per assecondare le nostre idee tecniche, che si basano su atipicità e atletismo».
«Sono un'ala forte - ha detto da parte sua Hogue - che può giocare sia fuori che dentro, che fa della difesa e della capacità di andare a rimbalzo e regalare secondi possessi alla squadra i suoi punti di forza. Una cosa posso garantire ai tifosi: non farò mai mancare energia, spirito di sacrificio, sarò un cuor di leone sotto canestro. La pallacanestro europea, l'ho imparato l'anno scorso in Grecia, è molto più tattica di quella americana, più basata sull'atletismo: bisogna essere furbi, sapersi adattare, visto che qui ad esempio si trovano più quattro e cinque capaci di aprire il campo di quanto non succeda con i lunghi delle leghe americane. L'anno scorso credo di avere fatto dei progressi da questo punto di vista, e voglio continuare su questa strada quest'anno, lasciandomi allenare e dando fiducia assoluta al coaching staff. Cosa ho pensato quando il mio agente in estate mi ha parlato dell'offerta di Trento? Beh, mi sono sorpreso del forte interesse che il club ha dimostrato nei miei confronti, e capiti l'ambizione e la portata del progetto, ho subito spinto per chiudere. Poi ho controllato dove stava la città, che onestamente non conoscevo, e ho visto che è piccola, e nella provincia...ma questo non mi ha spaventato, tranquilli, ho vissuto tanti anni nell'Iowa e penso che non sarà un problema adattarmi a Trento».