I cinesi corteggiano Maldini per un ruolo nel nuovo Milan
Nell’attesa di svelare tutti i propri componenti (i pochi noti, come Han Li e Li YongHong, sono tutt’altro che celebri anche in patria), la cordata cinese in procinto di comprare il Milan punta su uno dei volti più famosi e amati della storia rossonera. A Paolo Maldini è stato proposto il ruolo di direttore tecnico, ma non è detto che l’ex difensore lo accetti per tornare protagonista nel club dove ha vissuto l’intera carriera da calciatore, e dove non è mai stato coinvolto come dirigente da Silvio Berlusconi e Adriano Galliani.
Maldini dall’inizio era in cima agli obiettivi della cordata guidata da Sino-Europe Sports, determinata a coinvolgere in società una bandiera del passato. Il corteggiamento, però, si è intrecciato alle polemiche sollevate da altri due ex rossoneri, Billy Costacurta e Demetrio Albertini, critici sulle prime scelte dei cinesi, che hanno scelto due ex dirigenti dell’Inter, Marco Fassone come amministratore delegato e anche direttore generale, e Massimiliano Mirabelli nel ruolo di direttore sportivo.
Nei giorni scorsi Fassone ha incontrato in più di un’occasione lo storico ex capitano rossonero, proponendogli il ruolo di direttore tecnico e prospettandogli una gestione a tre (con lui e Mirabelli). Maldini sarebbe interessato a lavorare di nuovo all’interno dell’unico club per cui ha giocato 25 stagioni (ritirandosi nel 2009) ma, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe l’ambizione di operare con maggiore ampia autonomia, con un ruolo paragonabile a quello attualmente ricoperto da Adriano Galliani.
Insomma, c’è una discreta distanza fra le parti, ma il discorso resta aperto e Maldini si è preso qualche giorno per riflettere sull’offerta. Se dovesse declinare, la scelta potrebbe ricadere su un altro ex capitano rossonero, Massimo Ambrosini. Alla fine della prossima settimana Fassone dovrebbe volare in Cina per incontrare gli investitori, poi fra il 15 e il 20 ottobre è previsto un incontro fra i rappresentanti della cordata e Silvio Berlusconi.
Da lì a un mese è atteso il «closing» (che nè Fininvest e neppure i cinesi mettono in discussione), quando finalmente dovrebbe emergere l’identità dei nuovi proprietari del club rossonero.