Buscaglia: «Pessima partita Cos'altro dire?»
«Pessima partita». In 3 minuti di conferenza stampa a voce bassa (e orecchie ancora di più) Maurizio Buscaglia ripete il concetto almeno quattro volte. Non servirebbe aggiungere altro.
Cosa poi? Che «sembrava che la Pasta Reggia Caserta fosse scesa in campo per giocare e noi semplicemente per un allenamento»? Buscaglia lo ammette. Come pure che «dopo una prestazione del genere bisogna soltanto tornare in palestra e rimettersi a lavorare, lavorare e ancora lavorare». Lo dice.
Insomma, ci si può girare intorno quanto si vuole ma la situazione non cambia: ieri la Dolomiti Energia ha fatto una prestazione «pessima». Appunto.
«Non guardo neanche i numeri che in questo caso possono trarre in inganno. La verità è che non c’è stata partita». Perché, in effetti, stando solo alle statistiche non è che la Dolomiti Energia abbia fatto pena in ogni fase del gioco: il 44 per cento da 3 è più che buono, così come il 14/17 (82%) ai tiri liberi e pure i rimbalzi (38 di cui 13 offensivi). A condannare l’Aquila sono state la percentuale al tiro da 2 (33%) e le 22 palle perse. Sintomi, a ben guardare, che i ragazzi sono scesi in campo senza concentrazione. «Devo essere molto onesto - continua Buscaglia -: siamo mancati tecnicamente, mentalmente, in difesa, nell’uno contro uno, nell’aiuto sull’avversario, a rimbalzo, nella costruzione del gioco, nelle scelte di tiro».
Ammissione di totale impotenza nel provare a «gestire» una partita in trasferta. «Quando si commenta una sconfitta io di solito cerco di “fermare” comunque le cose positive e di trarre spunto dalle cose che non sono andate bene per lavorarci sopra durante la settimana. Stavolta va buttato via tutto» continua Buscaglia. Che poi ribadisce: «Pessima partita».
«Ovvio che non posso non dare il giusto merito a Caserta per quello che ha fatto - è l’analisi del coach trentino -, ma i nostri avversari non hanno giocato benissimo fin da subito. Noi avremmo potuto approfittarne per rimanere in partita. La realtà dei fatti, invece, è che quando non ci sei, puoi inventarti tutto, cambiare difesa, cambiare quintetti, ma non serve a nulla». La conclusione - come detto - è che bisogna tornare in palestra e lavorare. Tanto. «Speriamo che una partita del genere non ci capiti più è che, anzi, sia il livello minimo dal quale ripartire: bisogna fare un’onesta analisi sennò prendiamo in giro anche i tifosi».
«Abbiamo affrontato una buonissima squadra, che ha giocato veramente bene. Noi un po’ meno» è la prima analisi di Toto Forray. «Ci hanno fatto un break e poi hanno gestito benissimo il vantaggio. Noi non siamo riusciti a ribaltare la situazione e abbiamo subito».
«Più che una questione tecnica la differenza tra noi e loro è stata la voglia di vincere: noi non siamo riusciti a limitare i loro punti forti e ci hanno puniti. Non ci resta che tornare in palestra e lavorare più duro ancora».