Marcialonga Story Tuffo nel passato
Al mondo c'è chi rievoca epiche battaglie in costume o affollati mercati medievali. Nelle Valli di Fiemme e Fassa (TN) si celebrano invece le antiche cavalcate sciistiche sulla neve, così come le facevano i nostri padri e i nostri nonni. Niente tute attillate e sintetiche dunque, nessuno scarponcino d'alta ingegneria, abbandonati i bastoncini superleggeri in carbonio: oggi è andata in scena la Marcialonga Story, revival storico unico nel suo genere, dedicato allo sci di fondo come si faceva un tempo. Figlia più del grande rispetto per un passato mai dimenticato, la manifestazione ha visto partecipare tanti appassionati armati di scarpe d'annata, racchette in bambù e soprattutto evocativi sci di legno, prodotti rigorosamente prima del 1976.
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Un vero tuffo nel passato per i partecipanti alla quinta edizione della Marcialonga Story, che quest'anno segna il record di presenze. 254 iscritti totali, 198 uomini e 56 donne, i quali hanno sfilato sotto lo sguardo rapito del pubblico su un tracciato lungo 11 chilometri tra Lago di Tesero e Predazzo, percorrendo al contrario quello stesso biscione di neve che domani sarà teatro della vera e propria Marcialonga. Un'esperienza unica dalle fattezze oniriche, particolarmente azzeccata per delle valli che da sempre hanno vissuto in modo mistico il proprio rapporto con le stupende montagne sovrastanti, rifugi magici di fate, gnomi e persino uomini delle nevi. Ma tutto questo sarebbe impossibile senza le persone e le istituzioni che anno dopo anno contribuiscono al successo di questa manifestazione: per sottolineare questa estrema riconoscenza, al cospetto di tutti gli atleti riuniti alla partenza è stata svelata una targa che dedica il chilometro 0 al Comune di Tesero.
Romantiche favole a parte, all'amarcord sciistico (foto Mosna) hanno partecipato tra gli altri anche Manolo, il grande pioniere italiano dell'arrampicata libera, che per l'occasione ha mollato le ardite pareti rocciose per scivolare in mezzo agli altri concorrenti: «È la prima volta che uso questi sci d'epoca, anzi, sono 35 anni che non faccio sci di fondo». E per restare ai più alti livelli dello sport, all'evento odierno ha partecipato anche Francesca Porcellato, atleta paralimpica che può vantare un palmarès di ben tredici medaglie, la quale si è detta «molto felice di aver partecipato. La mia forma non è delle migliori, ho tribolato un po' sulle salite, ma è andata bene: l'importante, per me, è averla fatta».
A conferire grazia e bellezza ci ha poi pensato Polina Kitsenko, modella russa che ha sfilato per stilisti del calibro di Karl Lagerfeld: «Questa è la mia prima Story, ma ogni anno veniamo qui per fare la vera Marcialonga», ha spiegato la modella, accompagnata da alcuni amici anch'essi agghindati come i propri nonni: «Quest'anno abbiamo pensato che sarebbe stato meglio partecipare a questa, stiamo giocando».
Il primo ad arrivare nel centro di Predazzo, gremito di pubblico in festa, è stato il primierotto Agostino Zortea, fiero di aver reso onore a questa originale manifestazione. «È molto emozionante poter sciare con queste attrezzature in questa cornice fantastica, con un tifo da stadio». E quelli usati da Agostino per solcare la neve fino a Predazzo non sono certo degli sci d'epoca qualsiasi: arrivano infatti dalla celebre ditta Boninsegna di Imer, una delle prime a costruire sci da fondo da gara: «è un onore essere di Primiero e portare in giro questo marchio che ormai non c'è più, ma che fa parte della storia». La prima tra le donne partecipanti a varcare il centro di Predazzo è invece stata la giovanissima Laura Zorzi, diciottenne di Ziano che può vantare degli sci d'annata «che, mi hanno detto, hanno fatto persino un Mondiale». Tra gli altri big che hanno deciso di dare lustro alla Marcialonga Story oggi c'era anche Jonathan Wyatt, campionissimo di corsa in montagna che ha mostrato con orgoglio degli sci di legno appartenenti alla famiglia della moglie Antonella Confortola: «oggi è stato bellissimo, questa gara particolare piace davvero molto alla gente».
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