Serena Williams batte la sorella Venus in finale Settima volta in Australia per la più "piccola"
Saranno pure gli Australian Open più sorprendenti e strani degli ultimi anni: da due settimane a questa parte sono accadute cose dell’altro mondo nello Slam down under. Pensare però che nella finale in famiglia Venus Williams potesse soffiare sul più bello il trionfo alla sorellina più piccola, era pura utopia. E infatti ha vinto Serena, che da lunedì torna in vetta al ranking mondiale: doppio 64 in un’ora e 22 minuti. Le due Williams si sono ritrovate di fronte in finale a Melbourne dopo 14 anni, che nel tennis sono un’eternità, uno sproposito, qualcosa di surreale. Oggi Venus ha 36 anni e passa, Serena uno in meno. Anche nel 2003 la spuntò la più piccola: fu una delle partite più belle tra le due, quasi a smentire il sospetto che le sfide fossero pilotate a tavolino da papà Richard. Grande equilibrio fino al 4-4 del terzo set prima che Serena piazzasse l’allungo decisivo. Questa volta è stato tutto molto più facile, veloce. Come era prevedibile.
RAPPORTO SPECIALE – L’artefice della loro epopea, perché di questo si tratta, è stato appunto Richard Williams ed è storia nota: anche grazie a lui, alle sue intuizioni, le figlie sono diventate due icone dello sport mondiale oltre che un business che produce miliardi. Come è evidente che il loro è un legame difficile da spiegare, che va oltre un semplice rapporto tra sorelle. Amiche, confidenti, a lungo pure conviventi, si vogliono un bene dell’anima, si sostengono l'un l'altra da quando erano due ragazzine. Sarebbero le testimonial ideali per uno spot sull’unità familiare. Il bilancio favorevole alla minore (oggi salito a 17-11 dopo che a fine 2008 era 9-9) testimonia che è Venus, e non solo perché Serena è obiettivamente più forte, a soffrire maggiormente le sfide in famiglia. Una tesi rafforzata dal fatto che la più piccola ha anche vinto sette delle nove finali Slam in famiglia: la maggiore si è imposta solo agli US Open 2001, quando erano minorenni, e a Wimbledon 2008. Difficile parlare di servizi, diritto, rovesci o tattica quando si hanno negli occhi le immagini della Venere Nera che prende per mano Serena a Wimbledon nel 2014. Giocavano il doppio e la sorella, scaraventata fuori dal torneo in singolare 24 ore prima, fu vittima di un malore in campo: vertigini e capogiri, ancora non è poi così chiaro cosa è accaduto davvero. Lei l’ha protetta: l’ha accompagnata a sedersi, l’ha rincuorata e ha detto all’arbitro che la partita finiva lì. Poteva dunque essere proprio Venus a negarle il 23esimo titolo dello Slam? Certo che no.
LA FINALE – Non è stata esaltante dal punto di vista dello spettacolo: 27 vincenti per Serena contro 21 di Venus, 23 errori gratuiti contro 25, 10 doppi falli contro 7. Questi i numeri. Ha vinto Serena perché è una tennista migliore. Probabilmente Venus è leggermente superiore nel gioco di volo, ma non poteva certo permettersi di catapultarsi a rete su ogni punto. Nel primo set si sono contati 5 break su 9 game: 4 di fila in apertura con Serena che nel quarto gioco ha collezionato la bellezza di tre doppi falli. Tanto svagata che qualcuno sulle tribune della Rod Laver Arena deve aver pensato che fosse attanagliata da un vago senso di colpa per avere tante volte sbarrato la strada alla sorella più grande. Invece Serena sotto 3-2 ha allungato sul 5-3 chiudendo 64. Nel secondo parziale le è bastato un break al settimo game per chiudere i conti. Ancora 64 e finale archiviata con un lungo abbraccio tra le due sorelle sotto gli occhi di Alexis Ohanian, 33enne newyorkese di Brooklyn, milionario co-fondatore del social network Reddit e promesso sposo di Serenona.
DI NUOVO SUL TRONO – Serena alzando al cielo per la settima volta il trofeo intitolato a Daphne Akhurst ha dunque superato Steffi Graf nel numero dei titoli Slam conquistati: sono 23. Lo ha fatto giocando un torneo perfetto, senza cedere un set alle rivali. Ha perso in totale 45 game: una media di 6,4 a partita. Ora è a meno uno dal primato dell’australiana Margaret Court. Il sorpasso è a portata di mano e quando avverrà (perché ci sarà) sarà difficile non considerare la Williams la più grande di sempre. La scorsa estate la tedesca Kerber le aveva sfilato lo scettro di regina del circuito. Se lo è ripreso dopo pochi mesi. Ora anche il computer dice quello che già tutti sapevano, a cominciare dalle sue avversarie al di là dei freddi numeri. La più forte è lei, super Serena.