La Dolomiti Energia ci riprova con Milano in gara 4 di semifinale
«Nobody said it was easy». Lo cantano i Coldplay, se lo ripetono in testa giocatori e tifosi dell'Aquila Basket.
«Nessuno ha detto che sarebbe stato facile». Anche avanti 2-0 nella serie e con la prospettiva di due partite in casa, il fatto che la favorita per il passaggio alle finali scudetto rimanesse (e rimanga) l'EA7 Milano non è mai stato in discussione.
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Spalle al muro, i ragazzi allenati da Jasmin Repesa (decisamente più a loro agio lontani dai fischi di un Forum indispettito e nervoso) hanno prodotto una partita superlativa in attacco e in difesa, alzando (finalmente, da un certo punto di vista) il proprio livello di intensità in campo e dando per la prima volta nella serie l'impressione di avere voglia di giocare, prima ancora che di vincere. E se l'Olimpia ha ritrovato certezze e spirito, l'Aquila non è mai riuscita a spiegare le ali e volare alta e maestosa come le era riuscito nella doppia impresa di Assago.
Questa sera alle 20.45 (diretta tv su RaiSport+ e Sky Sport 2) Trento però è di nuovo di fronte alla possibilità di fare la storia e portarsi ad una sola vittoria dalla finale scudetto: gara 4 è senza dubbio lo spartiacque di una serie che Milano vuole disperatamente prendere in mano, ma che la Dolomiti Energia conduce ancora 2-1.
Servirà la spinta convinta e costante dei 4000 di un PalaTrento già tutto esaurito, servirà una volta di più raschiare il fondo del serbatoio alla ricerca di un po' di energie: l'Aquila è riuscita a mascherarlo in maniera a volte quasi commovente, ma i limiti di una rotazione a 7 giocatori (con Lechthaler ottavo uomo impiegato per un totale di 6' nelle ultime due partite) alla fine sembrano essere venuti a galla. Non basterà certo questo a far alzare bandiera bianca ai trentini, anzi: paradossalmente il 66-87 di gara 3 può contribuire a rimettere i bianconeri in quel ruolo di «underdog» che per ora hanno interpretato come meglio non si poteva, prima nel 3-0 rifilato a Sassari e poi nel doppio blitz del Forum.
Tornando alla partita di stasera, coach Jasmin Repesa dovrà rinunciare ancora a Krunoslav Simon, fuori per tutti i playoff per un problema muscolare alla coscia destra: al suo posto però ha risposto presente (eccome!) Awudu Abass, che insieme a un fenomenale Davide Pascolo e alla leadership di Andrea Cinciarini ha dato un assaggio di quanta differenza possa fare in serie A il fulcro italiano della squadra lombarda.
Difficile se non impossibile ricorrere a qualche aggiustamento nelle rotazioni per coach Maurizio Buscaglia invece: a cambiare marcia dovranno pensarci i giocatori bianconeri, apparsi meno brillanti proprio nelle situazioni che avevano permesso a Forray e compagni di mettere in crisi le scarpette rosse. Cioè nella lettura e nella responsabilità individuale e di squadra sulla girandola di cambi difensivi, e nella gestione delle transizioni offensive.
Aspetti tecnici che in serate come quella che ci aspetta oggi rischiano di passare in secondo piano, perché prima di tutto serve la faccia giusta e la feroce grinta dei giorni migliori: quella che è mancata in particolare a un Dominique Sutton apparso evidentemente scarico nelle gambe e nella testa. Serviranno i suoi muscoli, serviranno i punti di Gomes, serviranno le stoccate di Shields e Flaccadori. Servirà la migliore Trento di sempre, anche perché questa è la partita più importante della storia dei bianconeri. Almeno fino alla prossima.
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