Andrea Pirlo, 38 anni, dà l'addio al calcio
Tre giorni fa ha postato su Instagram una foto che lo ritrae, dal suo appartamento newyorchese, assieme ai due figli avuti dal matrimonio e ai gemelli avuti dalla nuova compagna. «Che altro? I miei quattro cuori insieme a Manhattan». Poi, su altri social, ha fatto gli auguri alla Juventus per i suoi 120 anni. Ieri invece Andrea Pirlo, a 38 anni, ha dato l’addio al calcio, giocando i cinque minuti di recupero, dal 90’ al 95’, concessi dall’arbitro nel match fra la squadra dell’ex rossonero e juventino, il New York City, e il Columbus Crew di Federico Higuain, fratello del Pipita, che va in finale di Conference proprio mentre la proprietà sta cercando di trasferire la franchigia ad Austin, in Texas.
Per l’ultimo atto della carriera il regista della nazionale campione del mondo nel 2006 ha voluto vicino a sè i suoi affetti più cari, perchè anche se il suo era un addio annunciato fa sempre un certo effetto. Al City, che ha la stessa proprietà e gli stessi colori dei Citizens di Manchester, non è riuscita la rimonta perchè dopo il 4-1 dell’andata a favore del Crew, ieri la New York biancoceleste ha vinto per 2-0, grazie a un gol dell’altro campione del mondo David Villa e ad un’autorete.
Ma la cosa più bella sono stati gli applausi che i 23mila dello Yankee Stadium hanno tributato a Pirlo ogni volta che toccava la palla o batteva un calcio d’angolo. C’è stata poi la standing ovation finale, alla quale il giocatore la cui maglia è ancora la più venduta nello store del NY City ha risposto con un cenno di saluto. Poi a familiari e compagni, cercando di non lasciar trasparire la commozione, ha ripetuto quanto aveva detto di recente anche ai media, ovvero che lascia «perchè a 38 anni è giusto dare spazio ai giovani, e poi a questa età uno non riesce più ad allenarsi come vorrebbe, e viene sempre fuori qualche acciacco». Ha poi confidato che venerdì prossimo non si perderà la sfida tra Svezia e Italia.
In Major League Soccer Pirlo ha lasciato il segno in particolare l’anno scorso, quando ha giocato tutte le partite, segnato un gol e servito undici assist. Quest’anno invece i problemi fisici, in particolare quelli alla cartilagine di un ginocchio, lo hanno frenato in molte occasioni e il tecnico Patrick Vieira non lo ha più considerato un titolare. Non gli ha però negato l’ultima passerella, come era sacrosanto che fosse.
Così ora i giornali americani scrivono che «il Maestro lascia» e che «ci lascia un senso unico di divertimento che ora ci mancherà di sicuro». Il soccer Usa ha una media spettatori come quella della serie A italiana, e il trend dura anche se la nazionale a stelle e strisce non si è qualificata per i Mondiali in Russia. Peccato solo che sia l’anno degli addii, perchè se ne va anche un altro ex grande milanista, quel Kakà in lacrime nel giorno dell’addio ad Orlando, di cui è stato l’idolo a 6 milioni di dollari all’anno. Pirlo non arriva a tanto ma aveva comunque uno stipendio da nababbo ma lascia per ritagliarsi un nuovo ruolo nella vita, oltre a quello di produttore di vini biologici con la sua azienda Pratum Coller con cui si fa onore da dieci anni. Però gli mancherà il pallone, e il Maestro, al quale rendono omaggio anche i siti brasiliani, troverà sicuramente un modo per insegnarlo.