Doping in team dilettanti ciclismo, sei arresti domiciliari
Sei persone agli arresti domiciliari e altre 17 indagate: così l'inchiesta di Lucca per doping scaturita dalla morte del ciclista lituano Linas Rumsas, 21 anni, avvenuta il 2 maggio 2017. Per gli arrestati il gip ha emesso ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti in materia di doping così da alterare le prestazioni agonistiche. Sono agli arresti Luca Franceschi, proprietario del team; i genitori Narciso Franceschi e Maria Luisa Luciani; il ds della squadra Elso Frediani; il preparatore atletico e ex corridore Michele Viola; il farmacista Andrea Bianchi. Tra gli altri indagati ci sono, a vario titolo, un medico sportivo, un avvocato, molti ciclisti della squadra 2016-2017 per frode sportiva, la donna che portava le sostanze dopanti nei campi gara. Perquisizioni in provincia di Lucca, Pistoia, Livorno e Bergamo. Sequestrate 25 fiale di Epo a casa di Viola; siringhe, aghi butterfly, cateteri e flaconi di coadiuvanti dell'Epo a casa di Luca Franceschi.
Presidente incoraggiava atleti a prendere sostanze - Era il presidente stesso ad incoraggiare gli atleti, molti dei quali giovanissimi, a utilizzare le sostanze dopanti tra le quali epo in microdosi, ormoni per la crescita e antidolorifici a base di oppiacei. E' quanto avrebbe accertato la polizia nell'inchiesta che ha portato in carcere diversi esponenti di uno dei principali team dilettantistici del ciclismo italiano. Gli uomini della squadra mobile e dello Sco hanno eseguito diverse perquisizioni in diverse province della Toscana che hanno coinvolto, tra gli altri, anche lo studio legale di un avvocato di Lucca.
Ottimi piazzamenti Rumsas prima della morte - Gli ottimi piazzamenti in gara del ciclista lituano Linas Rumsas nel periodo precedente la morte, avvenuta il 2 maggio 2017, hanno subito fatto apparire fondato il sospetto che l'improvviso decesso fosse da ricondurre all'uso o abuso di farmaci non autorizzati. Anche così la polizia ha ricostruito la vicenda di doping per cui oggi sono scattati arresti a Lucca. Coinvolta la società ciclistica Gfdd, considerata tra le prime dieci più importanti nel ciclismo dilettantistico in Italia. La polizia spiega che, poiché il ragazzo, nelle settimane precedenti la morte, aveva sostenuto delle gare particolarmente dure conseguendo ottimi piazzamenti, di gran lunga superiori a quelli ottenuti in passato, da subito è apparso fondato il sospetto che ci fosse un problema di doping alla base del decesso. Inoltre, a rafforzare i sospetti c'è la circostanza che tra i direttori sportivi della squadra ci fosse il padre, Raimondas Rumsas, ciclista di fama internazionale, in passato coinvolto, insieme alla madre del ragazzo, Edita Rumsiene, in indagini per traffico internazionale di sostanze dopanti. Nell'inchiesta sono state perquisite l'abitazione del padre di Linas Rumsas e del fratello maggiore, anche egli una promessa del ciclismo, il quale di ritorno da un'importante competizione sportiva, è stato sottoposto dai medici della Federazione Nazionale di Ciclismo a prelievo di sangue e urine ed è risultato positivo ad un potente ormone per la crescita: è quindi stato denunciato per frode sportiva e sospeso dalle competizioni agonistiche per quattro anni.