Lacrime e un silenzio surreale
Quando al minuto 13 si è fermata la partita allo stadio Franchi, il silenzio è sceso di nuovo. I giocatori, tutti e 22, quelli della Fiorentina e quelli del Benevento, si sono voltati verso la curva Fiesole dove migliaia di bandierine viola, bianche e rosse stavano formando la scritta ‘Davide 13’.
Tutto è stato nel segno di Astori - a Firenze e in tutti i campi di serie A - del capitano che non c’è più, scomparso una settimana fa nel sonno quando era in ritiro con la propria squadra. Una tragedia che ha segnato la Fiorentina, i tifosi, tutto il mondo del calcio. Su tutti i campi il minuto di silenzio e il lutto, a Cagliari al minuto 13 applausi dei tifosi e palloncini in aria, a Torino Buffon che piange sulle note di «I sogni» di Dalla.
La domenica vissuta al Franchi è stata da brividi fin dall’inizio, fin da quando sono entrati per il riscaldamento i giocatori viola con la maglia 13 indosso, quando gli applausi hanno accompagnato l’ingresso del Benevento costretto a condividere con i suoi tifosi questa domenica del dolore, quando sugli spalti sono apparsi gli striscioni per Davide, come quello ai piedi della curva Fiesole: «Ci sono uomini che non muoiono, storie che si tramandano in eterno, buon viaggio capitano».
Anche nel settore dei 1200 sostenitori del Benevento non sono mancati cori e striscioni per Astori in un clima di commossa partecipazione. Ma il culmine è stato quando le squadre (quella viola aveva in mano lo striscione «Ciao Davide») sono entrate in campo mentre sul maxischermo apparivano le immagini di Astori accompagnate dalle note di Jovanotti, sui led scorreva il nome di del capitano e la scritta «Sempre con noi» al posto degli slogan pubblicitari e lo speaker durante la lettura delle formazioni gridava «Col numero 13 il capitano per sempre Davide Astori».
È stato allora che sul Franchi, gremito come ai tempi belli (con 35.000 spettatori è stato record stagionale) è calato un silenzio surreale, proseguito nel minuto di raccoglimento, particolarmente struggente, con tutti i giocatori abbracciati e i 22 bambini che li avevano accompagni con le maglie n.13 di Fiorentina e Cagliari, i club che hanno contraddistinto la carriera del difensore.
Poi, tra 5000 palloncini viola e bianchi lanciati in cielo, è cominciata la partita, interrotta al minuto 13, tutti in piedi, tutti in silenzio, gli occhi lucidi dei Della Valle, di Pioli, di tutti i tifosi presenti, la maxi coreografia in Fiesole nel nome di Davide davanti ai fratelli del giocatore, Marco e Bruno, seduti in un box del Franchi. Al minuto 25’, quando erano le 13.01, la Fiorentina ha segnato con Vitor Hugo, proprio il difensore che ha giocato al suo posto. Il brasiliano con la maglia 31 è corso in panchina per sventolare una t-shirt con la foto di Astori e dopo averla consegnata si è portato la mano alla testa facendo il saluto al proprio capitano. Durante tutti i 90’ i cori per Davide sono stati incessanti.
E quando l’arbitro ha fischiato la fine i giocatori viola, ma pure quelli del Benevento, si sono gettati a terra stremati, poi c’è stato spazio solo per gli abbracci, le lacrime, gli applausi, la corsa sotto la curva Fiesole. «Davide era e rimarrà per sempre la nostra luce» ha detto Badelj a nome dei compagni. Intanto fuori riprendeva la processione davanti al ‘muro del piantò. Nel nome di Astori, capitano per sempre.