Ragazza grave dopo placcaggio Federugby: il medico era pronto
«A nome mio personale, di tutta la Federugby e certo di interpretare i sentimenti dell’intera comunità rugbistica italiana esprimo la totale vicinanza del movimento alla giovane atleta infortunatasi a Ravenna e alla sua famiglia. I nostri pensieri sono con loro».
Così, via Twitter, il presidente della Federazione italiana rugby (Fir) Alfredo Gavazzi su quanto occorso ieri durante una partita femminile in Emilia Romagna, dove la giocatrice 18enne, Rebecca Braglia, è in gravi condizioni dopo aver riportato un trauma cranico in un placcaggio.
In Fir si fa anche notare che «World Rugby», ente internazionale della palla ovale, e tutte le federazioni che ne fanno parte sono da anni attive nella massima tutela della salute dei giocatori, tanto che esiste una campagna di sensibilizzazione alla corretta gestione dei traumi contusivi che si chiama «riconoscere e rimuovere». Nel rugby di alto livello è attivo anche un protocollo per la gestione attiva dei traumi cranici, che si chiama «Hia».
Inoltre in Italia è obbligatorio un medico per ogni tipo di attività: in altre parole, se non c’è il dottore non si gioca nemmeno in un raduno di bambini piccoli. Non a caso anche ieri a Ravenna nella sfida femminile in cui si è infortunata la Braglia è intervenuto il «medico di campo», che è intervenuto immediatamente per soccorrere la ragazza.