Giro, Aru ci crede: «Posso ancora ribaltare la classifica»
l primo giorno di pioggia vera sul 101/o Giro d'Italia di ciclismo coincide con il secondo giorno di riposo della corsa, dopo quello fissato per favorire il rientro da Israele in Sicilia. Allenamento bagnato e, il diretto interessato spera, fortunato per Fabio Aru che, con il fido Paolo Tiralongo (l'ex Astana che lo ha seguito nella nuova esperienza, ma da 'coach'), si concede un paio d'ore di 'relax attivo' in bici, fra le province di Chieti e Pescara. Il 'Cavaliere dei quattro mori' è reduce da una bruciante sconfitta sulla salita del Gran Sasso d'Italia che, però, non avrà - almeno a parole - le conseguenze di una resa. Tutt'altro. Aru è più che mai deciso e determinato a riscattarsi quando la strada ricomincerà a salire. Non è al Giro per recitare il ruolo di comprimario.
"Cosa c'è alla base del distacco subito ieri? Semplice. Non avevo le gambe - taglia corto il sardo della Uae Emirates -. Le somme, però, le tireremo a Roma, la sera di domenica 27. Adesso non è il momento di fare il consuntivo di una corsa che deve ancora dire tutto, perché in due week-end possono accadere tante cose. Certo, 2'36 di ritardo dal primato non è poco, ma non è nemmeno un'eternità; la squadra crede in me e io farò tutto quanto è nelle mie possibilità per non deludere i compagni". Aru garantisce che "la grinta è quella di sempre", e che ieri è stata "solo una questione di gambe", non di condizione approssimativa o di particolari disagi. "Ieri - ammette - dovevo salvarmi e perdere il meno possibile. Non ho perso poco, ma alla fine sono arrivato a poco più di un minuto (1'14", ndr). Il Giro, però, è lungo.