Mondiali: la Croazia vola in finale Si spegne il sogno dell'Inghilterra
E' la Croazia la seconda finalista dei mondiali di Russia 2018. La nazionale guidata da Dalic ha battuto 2-1 in rimonta l'Inghilterra e domenica si giocherà per la prima volta nella sua storia il titolo iridato contro la Francia. Decisiva la rete di Mandzukic al 4' del secondo supplementare.
LA PARTITA - Il calcio, alla fine della fiera, non torna a casa. Ma lo fa l'Inghilterra, battuta 2-1 da una Croazia che per la prima volta nella storia si guadagna la finale dei Mondiali, proprio qui, nello stadio Luzhniki di Mosca. Una doccia fredda, per i leoni, ormai quasi in dirittura di arrivo, dopo decenni di attesa. L'Inghilterra infatti parte col botto e domina il primo tempo, avvantaggiata senz'altro dal fulmineo scatto in avanti messo a segno da Trippier al 5/o minuto su calcio di punizione, una bella palla a girare che scavalca il muro croato e sorprende Subasic.
Se la Croazia va nel pallone, i leoni inglesi ci prendono gusto e all'11esimo, su calcio d'angolo, Maguire aggancia ma non inquadra lo specchio della porta per un soffio. Nel mentre dal secondo anello sale un ROSSIYA! ROSSIYA! di testimonianza da parte dei tanti tifosi russi presenti - evidentemente hanno creduto fino all'ultimo che fossero i loro "eroi" a vedersela con gli inglesi. Poco dopo, al 29esimo, la grande occasione del raddoppio, quando il capitano e capocannoniere Kane si ritrova da solo davanti a Subasic e non riesce fare nulla di meglio che spiattellare la palla prima contro l'estremo difensore croato e poi, nel tap-in, sul palo.
A quel punto i ragazzi allenati da Dalic, evidentemente, sentono nelle orecchio qualcosa in più di un campanello d'allarme e iniziano a spingere, mettendo in difficoltà gli inglesi, che cominciano a chiamare in causa il portiere Pickford con frequenti retropassaggi, spesso immotivatamente. Bisogna aspettare il 31esimo per vedere la prima vera azione croata, con un tiro potente da fuori, ma centrale, di Rebic. Ma a dare una mano ai leoni ci pensano indirettamente (e paradossalmente) i russi, che coprono impietosamente di fischi Vida ogni volta che prende la palla, chiara vendetta per aver inneggiato all'Ucraina in quell'ormai famoso video negli spogliatoi.
I primi 45 minuti si chiudono così con l'Inghilterra in vantaggio di 1 a 0. La Croazia torna in campo decisa a farsi sentire ma sulle prime l'Inghilterra pare in grado di controllare il gioco, incessantemente sostenuta dal tamburo inglese che dà il ritmo al tifo in curva. Al 53esimo l'arbitro Cakir (una conduzione non proprio impeccabile la sua) mostra il cartellino giallo prima a Mandzukic e poi a Walker per proteste: la partita si scalda ma soprattutto i 'crociati' di Southgate perdono concretezza e le sbavature iniziano ad accumularsi in tutti i reparti (al 62esimo Sterling pasticcia in area croata e spreca l'ennesima possibile azione interessante). La sensazione è che la Croazia possa far male da un momento all'altro.
E infatti Perisic, al 68esimo, su un traversone di Sime Vrsaljko va alto con la gamba, al limite del gioco pericoloso, e infila Pickford. Tutto da rifare per l'Inghilterra. Lo shock si trasforma poco dopo in tragedia sfiorata quando la difesa inglese svariona - prendi tu, prendo io - e Pivaric, di rapina, centra un palo clamoroso. Il finale è più Croazia che Inghilterra e si va ai supplementari. La prima occasione tocca a con Stones, di testa, ma Vrsaljko gli nega il gol salvando sulla linea poi, in pieno recupero, il miracolo lo fa Pickford, neutralizzando Mandzukic lanciato a rete.
Proprio Mandzukic, a inizio del secondo tempo supplementare, va fino in fondo, trafiggendo inesorabilmente Pickford. I croati esplodono di gioia, gli inglesi al contrario restano muti, per la prima volta in quasi 120 minuti. È chiaramente la fine, con l'Inghilterra ridotta in 10 a causa dell'infortunio di Trippier e le sostituzioni esaurite. Il sogno per i sudditi di sua Maestà - che comunque hanno festeggiato l'impresa di Kane e compagni - finisce qui. Quello della Croazia ora può stroncarlo solo la Francia.