Recalcati, addio al basket «Non posso più dare il 100%»
«Pretendo molto da me stesso, tutto quello che ho fatto l’ho sempre fatto al 100%, ma le mie possibilità del momento non sono sufficienti per interpretare un ruolo da capo allenatore».
Così coach Carlo Recalcati ha confermato la sua intenzione di dire addio alla panchina. A 73 anni appena compiuti (lo scorso 11 settembre, ndr), l’ultimo tecnico azzurro ad alzare trofei con la Nazionale italiana, ha detto stop. «L’ho deciso già prima del mese di giugno» confida Charlie. «A chiunque mi contattava dicevo le stesse cose. In particolare, ho ricevuto due offerte da altrettante squadre di Legadue ed ha comunicato una decisione già presa» racconta Recalcati.
Bandiera di Cantù da giocatore, lascia la panchina dopo 46 anni: coach a Bergamo dal 1981 al 1984, quindi nell’ordine ha guidato Cantù, Reggio Calabria, Aresium Milano ed ancora Bergamo, Varese (scudetto), Fortitudo (scudetto), Italia (bronzo europeo e argento olimpico), Siena (scudetto e supercoppa), ancora Varese, Montegranaro, Venezia, ancora Cantù, infine Torino la scorsa stagione dove è subentrato in corso ed è rimasto per 6 gare (1 vinta, 5 perse). «A Torino sono stato poco bene per dieci giorni, un piccolo malessere che per il mio modo di vedere si è protratto troppo a lungo. Lì ho preso atto di non essere invulnerabile. Larry Brown? Non lo capisco, ma il bello è che siamo tutti diversi» le parole del tecnico milanese.
Nella sua decisione, come sempre avvenuto in passato, non hanno influito gli affetti più stretti, a cominciare dalla moglie Giovanna, anzi «fosse stato per lei avrei continuato fino a 100 anni, ma come sempre ho deciso da solo» ha detto con il sorriso.
La sua carriera, d’altra parte, parla per lui: tre scudetti con tre squadre diverse, sotto la sua guida la Viola Reggio Calabria ma anche la Nazionale italiana hanno raggiunto il massimo risultato della loro storia sportiva. Dal 2007, Recalcati è anche membro dell’Italia Basket Hall of Fame nella categoria allenatori.
Inoltre, è l’allenatore più vincente in serie A e nei play-off superando in queste speciali classifiche due miti come Tonino Zorzi ed Ettore Messina. «Il podio dei successi di questa lunga carriera - racconta Recalcati all’Italpress - vedono al primo posto il bronzo europeo in Svezia (2003, ndr) senza il quale non ci sarebbe stato l’argento olimpico ad Atene, quindi lo scudetto con Varese perchè il primo non si dimentica mai e poi quelli con Fortitudo e Siena, perchè sono stati i primi per loro» racconta Recalcati, che vede il suo futuro ancora nel basket. «Dirigente? Sarei aperto ad ascoltare, ma non penso mi andrebbe bene tutto.
Non ho in mente nulla se non di essere impegnato ad andare a vedere, incontrare gente. È bello e sognavo da tempo di avere tre giornate di fila in cui ti alzi al mattino con zero impegni e possibilità di decidere cosa fare».