Aquila in campo alle 20.30 Al PalaTrento arriva lo Zenit

di Daniele Battistel

Il 24-0 per l'Aquila con cui iniziò la sfida dell'anno scorso a Trento contro lo Zenit è probabilmente ancora nella testa di qualche tifoso. Di sicuro, però, non lo è in quella dello staff tecnico bianconero. San Pietroburgo, che poi arrivò fino ai quarti di finale della competizione europea per venire in seguito eliminata da Reggio Emilia, quest'anno è - se possibile - un team ancora più forte. 

Ha un roster che non nasconde l'ambizione di arrivare davvero in alto (del resto, chiamandosi Zenit, sommità, non può puntare più in basso). «Nel ranking Eurocup di inizio stagione era nelle prime tre - conferma il terzo vice di coach Buscaglia, Davide Dusmet -. Ha un mix di atletismo e capacità tecniche, a partire da Brandon Jennings». Che il play americano stasera sia in campo o meno (Blm Group Arena, ore 20.30), lo Zenit ha comunque grandi giocatori, a partire dai suoi compagni di reparto Mekel e Karasev (anche lui, però, in dubbio per stasera). Nei lunghi c'è la fisicità di Reynolds, ma anche la capacità di Uthoff e Simonovic di aprire bene il campo con i tiri da tre. Insomma, una squadra completa contro cui Trento dovrà sciorinare una prova più convincente in difesa, a rimbalzo e come capacità di rimanere sul pezzo per 40 minuti rispetto a quelle fornite finora in campionato.
Al di là della forza dell'avversario, in questo momento è proprio sulle difficoltà che la squadra bianconera sta esprimendo in un inizio stagione con una vittoria (contro il Partizan) e 4 sconfitte che al club e allo staff tecnico della Dolomiti Energia preme di più concentrarsi.
Dusmet, come allenatori vi siete sicuramente fatti un'idea di dove sono i maggiori problemi. Dopo la sconfitta contro Cantù Buscaglia parlava di difficoltà nella transizione difensiva e a rimbalzo.
«In questo momento è una questione di priorità. La nostra attenzione sta nel riuscire a dare alla squadra una solidità difensiva che duri 40 minuti. Purtroppo andiamo ancora ad intermittenza, intervallando momenti di buona intensità a cali clamorosi». 
Un problema di concentrazione o di carichi di lavoro eccessivi e non ancora smaltiti?
«Non penso sia una questione di testa. Forse c'è una componente fisica, ma probabilmente ce n'è anche una legata all'allenamento: è evidente che dobbiamo lavorare su questo aspetto».
La crisi di Marble e Jovanovic.
«Per quanto riguarda Devyn Marble è necessario dargli ancora del tempo. Si sta allenando con attenzione ma ha bisogno di ritrovare il ritmo e i suoi movimenti. Quando si sta fermi un anno e mezzo non è facile rientrare ed avere subito un forte impatto, specialmente ad alto livello. Deve ritrovare anche fiducia nei suoi mezzi, ma conosce le sue capacità e ci arriverà».
Jovanovic?
«Oltre che dal punto di vista anagrafico è giovane anche da quello cestistico perché dopo il college non ha avuto grandi esperienze sul campo visto che nella Stella Rossa giocava pochissimi minuti. Deve quindi costruirsi, capire cosa può fare sul campo e quale contributo può dare alla squadra. Niko sa che i suoi obiettivi li può raggiungere attraverso la qualità del lavoro quotidiano, ma lo vedo desideroso di farsi trovare pronto e di esprimersi meglio di quanto non abbia fatto contro Cantù. In ogni caso mi sembrano entrambi sereni. Sono ragazzi orgogliosi e ci tengono a fare bene».
Oltre a Dolomiti Energia-Zenit, stasera sono in programma anche Asvel Villeurbanne-Ankara e Valencia-Partizan.

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