Forray: «Non meritiamo il 6, ma ora possiamo riprenderci»
L’orgoglio del capitano. Toto Forray, come la Dolomiti Energia, ha bisogno di una riscossa morale e psicologica dopo essere stata ferita, domenica, dalla tripla decisiva di Riccardo Moraschini, l’ex che ha colpito sul filo della sirena escludendo l’Aquila dalla finale di Coppa Italia di Firenze prevista a febbraio.
Forray, quel fatale tiro ha deciso lo spareggio: solo sfortuna o anche stavolta, come in altre occasioni in questa stagione, vi siete un po’ spenti nel finale?
«Di sicuro è stata un’occasione sprecata - spiega l’italo argentino ormai adottato dagli appassionati di Trento - e potevamo chiuderla prima, ma ancora una volta non siamo stati bravi e costanti. Di sfortuna non parlerei proprio».
Cosa manca quest’anno a questa squadra? Ci avete forse abituato troppo bene con due mezzi scudetti e playoff sempre conquistati.
«Non possiamo sprecare e dobbiamo avere maggiore continuità nei 40’. Ci manca la fiducia nei momenti importanti».
E come si recupera questa fiducia, ma anche la vostra voglia di non mollare mai? Domenica era fondamentale vincere. Siete stati in vantaggio e poi punto a punto.
«Non ci sono segreti particolari. Siamo partiti malissimo, abbiamo stretto i denti per risalire, ci è sfuggito il conseguimento di due obiettivi, quello dell’Eurocup e della Coppa Italia. Ci vuole qualche vittoria di più sul campo».
I vostri allenatori, in particolare Buscaglia e Lele Molin, hanno detto che da lei, da Pascolo e dal giovane Flaccadori si aspettano qualcosa in più.
«Non pensino che non abbiamo la voglia di ribaltare la stagione. All’inizio io e “Flacca” ci eravamo caricati la squadra sulle spalle. Questo ce lo devono concedere. Poi c’è stato un calo. Ora sappiamo che dobbiamo ritrovare la strada giusta tutti assieme. Capisco che Lele ci sproni ma è facile dirlo, un po’ più difficile farlo. Non tutte le stagioni poi sono uguali. Noi tre siamo importanti e lo sappiamo. In passato abbiamo sempre dato tutto quello che avevamo dentro».
A metà dell’andata, dopo i 12 punti minimo storico come nel 2016/17, che voto dà alla squadra e a se stesso?
«Penso che come squadra siamo da 5 e mezzo. Non meritiamo la sufficienza. Penso anche che non sia una tragedia e in tutti noi c’è il desiderio di sforzarsi di fare meglio. In altre stagioni eravamo messi meglio ma Trento e l’Aquila si sono fatti un nome, contro di noi giocano tutti con impegno e attenzione. L’Aquila non è più una sorpresa, è una realtà internazionale. Ogni partita è un impatto deciso. Per me stesso la pagella è di 6.5, penso di aver superato il calo che mi aveva rovinato il debutto stagionale. Non è stato tanto l’arrivo di Craft, con il quale ci intendiamo benissimo, piuttosto in fatto di essere tornato al mio vecchio ruolo. Mi trovo più a mio agio a uscire dalla panchina o partire con Craft accanto».
Ora l’obiettivo è riprendere domenica dalla trasferta di Cremona per centrare l’unico traguardo rimasto, i playoff scudetto, anche se il gm Trainotti parla di vivere alla giornata.
«Io aggiungo che dobbiamo stare sul pezzo partita dopo partita. Mi allineo al fatto che dobbiamo migliorare e giocare meglio al di là del risultato, poi se gli avversari saranno più bravi ci arrenderemo. Ma solo allora, noi dobbiamo ritrovare la nostra identità. La classifica è micidiale. In quattro punti si sta nel solco tra la vicinanza ai playoff e alla zona “calda” della classifica. Dobbiamo essere più continui».
Domenica c’erano 3.800 spettatori a tifare alla Blm Group Arena, siete ancora catalizzatori indiscussi di passione.
«È compito nostro farci sempre piacere. Dobbiamo ribaltare una situazione poco piacevole in classifica e giocare meno a sprazzi. È una promessa».