Montreal, penalità a Vettel la Ferrari farà ricorso ma il GP va a Hamilton
Quella di Sebastian Vettel è e molto probabilmente resterà solo una «vittoria di Pirro». Un successo che equivale ad una sconfitta e che porta almeno in parte il nome, ironia della sorte, proprio di Emanuele Pirro, l’ex pilota romano tra i commissari di gara che nel Gp di Montreal hanno deciso di penalizzare il tedesco della Ferrari consegnando l’ennesimo trionfo nelle mani di Lewis Hamilton. Sanzione, decisa perchè SuperSeb è stato riconosciuto colpevole di essere rientrato in pista in maniera insicura, forzando il rivale inglese della Mercedes ad andare fuori pista. Un’amara sentenza, che per la scuderia di Maranello e il suo pilota è tanto più cocente perchè toglie al Cavallino Rampante la gioia della prima affermazione, a cui la Rossa ha annunciato di fare ricorso.
Ad ufficializzare l’intenzione di presentare appello, contro la penalità di cinque secondi che ha fatto scivolare Vettel al secondo posto al termine di un Gp condotto in testa dal via fino alla bandiera scacchi, è il team principal della Ferrari Mattia Binotto secondo cui il quattro volte campione del mondo non poteva fare una manovra diversa da quella che ha fatto: «In questo momento non possiamo che essere delusi - attacca Binotto - come squadra nel complesso ma soprattutto pensando a Sebastian e al pubblico. Per quanto riguarda Seb, penso che non avrebbe potuto fare nulla di diverso da quello che ha fatto, motivo per cui abbiamo deciso di appellarci alla decisione degli steward. Lasciamo il Canada con la consapevolezza che ieri, come per tutto il weekend, abbiamo dimostrato di essere competitivi e questo ha dato una dose di fiducia a tutta la squadra».
Un ricorso che però difficilmente potrà cambiare quanto deciso negli ultimi giri della corsa dai commissari del Gran Premio del Canada. La Ferrari secondo il regolamento può ricorrere contro la decisione subita, ma non contro la penalità inflitta.
Dal documento federale difatti alla Rossa è concesso l’appello al punto 38.1 delle norme vigenti (l’incidente in sè), ma non al 38.3 (i 5 secondi di penalty). E non a caso il risultato finale del Gp sul circuito semicittadino di Montreal è stato omologato dalla federazione automobilistica internazionale (Fia). E se non saranno i giudici a scagionare Vettel, ad assolvere il rivale è il diretto interessato Hamilton che se si fosse trovato nella stessa situazione si sarebbe comportato proprio come il tedesco della Ferrari: «quando dico che avrei fatto lo stesso - spiega il campione del mondo della Mercedes - intendo che avrei provato anche io a stringerlo. E questo è accaduto, perciò la mia opinione non è cambiata. Se avessi tenuto giù l’acceleratore, avremmo fatto un incidente. In un modo o nell’altro sarebbe andata comunque male. Quello di chiudere la porta è un istinto naturale che abbiamo noi piloti».
A scagionare Vettel infine arriva anche Snai che ha deciso che il vero vincitore del Gran Premio è il ferrarista e per questo pagherà le scommesse fatte su di lui. «Un’iniziativa doverosa - spiegano dall’ufficio quote dell’agenzia di scommesse - per una gara intensa e combattuta ma con un finale deludente per i tifosi della scuderia di Maranello e della Formula 1».