Tour de France, sul Tourmalet Pinot vince, ma Alaphilippe stupisce tenendosi la maglia gialla
Dove in parte ha fallito la cronometro è riuscito il Tourmalet. Il gigante dei Pirenei è stato assai selettivo e come al solito severo, emettendo ieri verdetti che, per alcuni, hanno le sembianze di una sentenza; per altri di un ammonimento; per altri ancora il sapore inebriante del trionfo.
Il riferimento è a Thibaut Pinot che, a pochi metri dall’arrivo, prende il comando delle operazioni fra un manipolo di corridori incerti e affaticati, quindi vola a conquistare un successo che vale più di tre tappe in pianura messe assieme al Tour de France. Il trionfo senza vittoria è, però, di Julian Alaphilippe che, ancora una volta, stupisce tutti: dopo avere vinto la crono (lui che non è uno specialista), il francese da (quasi) sempre in giallo, resiste perfino sul Tourmalet e chiude secondo. Non che vi siano stati attacchi da tagliare le gambe, però qualcuno ha pagato caro il prezzo di un’andatura comunque abbastanza elevata.
Conti alla mano, Alaphilippe guadagna su Geraint Thomas, sempre secondo in classifica generale, ma adesso a 2’02”; il gallese, lui sì, si è staccato sulle ultime rampe del Tourmalet, accusando 36” dal vincitore e mezzo minuto tondo tondo da Alaphilippe. Una sconfitta in piena regola. A Egan Bernal la crono è andata di traverso, meno la salita di ieri, ma i suoi tre minuti di ritardo della vetta della corsa francese sembrano un’enormità. Soprattutto con questo Alaphilippe.
La tappa è stata caratterizzata dall’attacco di Vincenzo Nibali che a lungo è rimasto in testa, vedendo alternare i compagni di una fuga cominciata poco dopo il via assieme nientemeno che a Peter Sagan. Lo slovacco, a caccia di punti per la maglia verde, ha però rinunciato per evitare di andare incontro a ‘rotturè clamorose, mentre lo ‘Squalò ha proseguito. Però, ai piedi del Tourmalet, Nibali ha pagato dazio al ritmo della Movistar che ha azzerato ogni velleità altrui.
Poi, sulla salita decisiva, la prima oltre i duemila metri, è cominciata la selezione e sono cominciati i tracolli. Il primo, clamoroso, ha coinvolto Nairo Quintana, che è arrivato al traguardo con un ritardo di 3’24 da Pinot, vedendo naufragare per l’ennesima volta ogni velleità di conquista della corsa a tappe francese. Anche quest’anno sarà per il prossimo. Un refrain cui ormai il colombiano ha abituato i suoi sostenitori: al Giro come al Tour.
Si è staccato Thomas, ma si è staccato anche Fuglsang, così come Richie Porte. È una Grande Boucle a eliminazione che, quando ancora mancano le salite più dure, può riservare un’infinità di sorprese. Oppure confermare che Alaphilippe è l’uomo da battere.